A favore del principio di causalità

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Un mondo senza causa è un mondo che verrebbe dal nulla. Mi chiedo se sarebbe lo stesso se venisse dal caso. Penso di sì, perché, è vero che il caso dà significato alla erraticità, ma implica l’esistenza del casuale o, quindi, di un qualcosa di diverso, ma esistente. Poiché il nulla non esiste e non può esistere nemmeno un mondo senza causa, non si deve però nemmeno pretendere che la teoria scientifica debba dare risposte conclusive, almeno secondo la teologia cristiana, che pone come fondamentale la preesistenza di un Dio creatore. Invece, i l principio di causalità è ormai contestato dalla scienza, dopo che si è affermato che nella macrofisica, vale la regola dei grandi numeri e in quella subatomica vale il “principio di probabilità” (“principio di indeterminazione” di Heisemberg). Ma, a me non sembra possibile che possa esistere un effetto senza una causa. Schopenhauer, come rileva Étienne Klein [cfr. “Il tempo non suona mai due volte”, pag. 110], ritiene che il principio di causalità esista, ma sia inspiegabile. Inoltre la probabilità non esclude la causalità, cioè la casualità non può escludere la causalità. In termini banali: se si constatano cento effetti e di novantanove si conoscono le cause, non si può sostenere che, poiché non è stato spiegato tutto il cento, il principio di causalità non esista per i novantanove casi di cui la causa è stata spiegata. La probabilità non è un assoluto, è una marcia di avvicinamento alla certezza, che, però, la scienza non raggiunge mai, almeno secondo il principio di falsificabilità e questo spiega anche che il determinismo, per cui potremmo predire il futuro, è cosa assai diversa.