Si diceva, fino a pochi anni or sono, “capitani d’industria”, come un tempo si diceva “capitani di ventura”. Non sono due specie distinte, ma evoluzione della specie. I vizi sono rimasti gli stessi: imbrogli, tradimenti, ipocrisie, ladrocini più o meno mascherati, corruzioni, sfruttamenti, grassazioni, furti, ecc; manca solo l’omicidio, ma non è detto.

Tuttavia, negli accadimenti della storia i “capitani d’industria” sono necessari perché creano ricchezza e benessere, più per gli altri che per se stessi. Per sé sono solo poveracci, da indurre a pietà persino Carlo Marx, ma non il Presidente della Repubblica, che, talvolta, li decora “Cavalieri del lavoro”.

Pietro Bonazza