Il patteggiamento della pena fa perdere all’incolpato l’ultimo brandello di dignità. È un’autoaccusa, un’autocondanna, una esclusione del giudice giudicante, ridotto a funzione notarile. È un contratto tra accusatore e accusato. È uno pseudo giudizio senza vinti né vincitori. È una Messa, che, dopo l’introibo, balza a un ite missa est. Il patteggiamento diventa subito il “contratto di giustizia”. La giustizia ridotta a negozio! È la Dike ridotta a cameriera.