Si parla spesso di “classe dirigente”, che, già nel sostantivo, implica la mancanza di ricambio, quindi di dittatura di un partito egemone o di approcci trasversali o di lobby; perché il ricambio avviene, quando avviene per cause non naturali, all’interno della stessa classe. Noi siamo governati, da mezzo secolo, da una classe dirigente, chiamata “casta”, in verità piuttosto puttana come direbbe letteralmente Dante, capace di dirigere solo la propria dissolutezza. È come affidare il comando di una nave a un ufficiale sempre ubriaco. Prosit! Fortuna che in Italia, già paese di navigatori, si esercita al massimo il piccolo cabotaggio con barche della portata di una vasca da bagno e, quando si vuol strafare, si mettono in acqua i “Concordia”, che fornicano con gli speroni del Giglio, mentre il signor ufficiale-comandante brinda a bollicine! Tante bollicine! Quanto ai morti, quelli non contano…basta contarli.