Che siamo e saremo per anni in recessione lo dicono tutti, dalle casalinghe che fanno la spesa ai grandi organismi diretti dalle teste d’uovo mondiali: UE, FMI, OCSE e società di rating, agli economisti, agli studi di ricerca, al mio barbiere, che piange acqua senza Iva, eccetera.

Lo dice anche il premier Napolimonti, invaghito del Colle, che non sarà un monte, ma nemmeno è una spiaggia e ha un’autostima un po’ esagerata: spremere gli italiani come limoni e poi parlare di ripresa: coniugare il diavolo con l’acqua santa è un esercizio che nemmeno il più abile e allenato dei trapezisti si proporrebbe.

Delle due l’una: o non sa o finge di non sapere. Ma questo giudizio riguarda il soggetto. L’oggetto è la possibilità che avvenga un simile processo. Sono convinto di no, a meno di credere nelle fiabe o di recitare il credo che con la politica economica si possa far tutto e il suo contrario.

Ora, finché si tratta di:

  • fare la lotta all’evasione: va bene, anche se le trovate pubblicitarie di Cortina e Roma da parte dell’Agenzia delle Entrate fanno pensare a quel comandante in capo (mai esistito!) di un esercito, che, prima ancora di entrare in guerra annuncia le sue strategie, mentre la storia insegna, almeno quella dei giapponesi a Pearl Harbor, che prima attaccano e poi dichiarano la guerra. La lotta all’evasione si fa quando le imposte calano, non quando crescono, perché con sé trascinano l’aumento dell’evasione. A parte questo, si sa che l’evasione è una pratica occulta e, allora, occulta deve essere anche la lotta alla stessa, perché chi ha il money, proprio perché ce l’ha non è scemo e fa in un attimo a trasferire armi, gioielli e dame di compagnia in altri lidi. Sono anni che sento parlare di lotta all’evasione e non è mai accaduto niente di serio, a parte che i partecipanti ai carnevali di Cortina e Via Condotti potrebbero essere anche dei regolari contribuenti;
  • tentare di ridurre il debito pubblico: va ancora meglio, ma se il reddito imponibile dei contribuenti cala, le risorse per ridurre il debito dove le va a trovare il signore in loden? Risposta: se non con il reddito che si riduce, con il patrimonio; il che non significa imposta patrimoniale, ma cessione dei beni dello stato. Ma anche questo è improponibile, se si prendono a esempio, i crolli di Pompei e lo sfascio del Colosseo, pur di fare un dispetto allo scarparo nazionale.

Caro signor premier, noi le vogliamo tanto bene (non tanto da morire come nei melodrammi!), ma vorremmo ricordarle che quando la coperta è corta l’unico modo per starci sotto è rannicchiarsi. Ma questa non pare essere una sua preclara virtù: troppo alto per farlo… più alto del Colle?