Un’aporia di Lucrezio

 La profondità del pensiero di Lucrezio non è messa in discussione, soprattutto quando, da osservatore disincantato, critica la religione dei suoi contemporanei, fissa su una moltitudine di divinità pagane, diventate meno di simboli mitologici, capricciose e viziose, strumenti nelle mani di furbi umani per il raggiungimento di fini di potere personale. Tra queste divinità non possono mancare Giove, Marte, Vulcano e Venere. Lucrezio, allora, cade in contraddizione quando apre il suo poema De rerum natura con un’ode a Venere. Forse intendeva rivolgere un omaggio alla bellezza?

 A Lucretius aporia

We do not mean to argue Lucretius’ thought, particularly when he, such as a disenchanted observer, criticizes him contemporarie’s religion, stagnant at a lot of pagan deities, become less of mythological symbols, capricious and dissolute, instruments placed at astute humans to pursue any aims of personal power. In these deities Jupiter, Mars, Vulcan and Venus are present. So, Lucretius contradicts himself when starts him poem De rerum natura by an ode to Venus. Maybe did he pay homage to beauty?

(Translation by Giulia Bonazza)