Finché l’uomo ha accumulato ricchezze e tesori ha prodotto tesori e opere d’arte, ma non ricchezza diffusa e dinamica. È stata ricchezza concentrata e improduttiva. Ma quando la ricchezza è diventata dinamica essa ha dovuto fare i conti con il consumo. Cioè una macchina a vapore è troppo costosa per rimanere inattiva. Il suo costo impone la produzione. Ma la produzione impone il consumo, che è possibile se anche lo schiavo diventa homo oeconomicus. La ricchezza deve allora diventare capitale ed è quel trattenerne una parte da reimmettere in ciclo che ha fatto l’economia moderna. Ma non è un caso se essa si è sviluppata insieme con la formazione degli stati nazionali. Cosicché non ha più spiegazione una ricchezza al di fuori e senza la correlazione a uno Stato, anzi, con l’avvento delle multinazionali, senza la correlazione a una organizzazione internazionale o sovranazionale (Paesi sviluppati, UE, NAFTA). Che cosa hanno capito dei corsi dell’economia, senza la quale non c’è povertà che possa essere attenuata, quelli che andranno a Genova a protestare contro il G-8? Ma questo è niente! Che cosa hanno capito i genovesi, compresi gli aristocratici eredi dei Doria e i prelati eredi di Siri? Buttarsi sui problemi e lasciarne la soluzione agli altri, facendo uso di frasi fatte e ci detti metafisici non serve. È cattiva scelta politica. La gente finisce per non capire e, quando non capisce, ti abbandona.