Leggo in un saggio su Dante, ma è idea diffusa, che la “Divina Commedia” è la storia di un “viaggio”. La “Commedia” è la poesia più alta mai uscita dalla mente e dal cuore di un poeta, che seppe coniugare il sentire con il sapere e, quindi, metabolizzare la teologia e la filosofia nella poesia. Scrive Borges nel “Prologo” dei Nove saggi danteschi: «…nel suo libro non c’è parola che sia ingiustificata ». Quindi la Commedia è tutto e, se è tutto, è anche un “viaggio”, ma preferisco pensarla come un “percorso” attraverso i tre stati dell’animo umano: il dolore (Inferno), la tristezza (Purgatorio) e la felicità (Paradiso). Come ogni intermedio, la tristezza è lo stato più difficile da intendere e interpretare.

Tristezza è come il presente rispetto al passato e al futuro.

Tristezza è status che affonda le sue radici nel dolore e guarda con ansia al futuro e non consente di piangere, né di sorridere.

Tristezza è uno stato di sospensione tra il dolore e la gioia.

Tristezza è come l’ombra del dolore e l’ansia di una felicità solo sperata.

Tristezza è un dolore che ha perso i suoi confini, è un fuoco spento che ha lasciato solo tiepida cenere.

Tristezza è uno stato d’animo, che nasce dall’ineffabile e inspiegabile, ma può diventare anche il peso psicologico di un’ipocondria permanente.

Tristezza è pensiero che non riesce a delinearsi e si fa inazione.

Tristezza è pensare al non accaduto e rammaricarsene.

Tristezza è dormiveglia quando si ha bisogno di sonno profondo e spinge a desiderare il dolore come un colpo di frusta risolutore.

Tristezza è un disoccupato in un’anticamera in attesa di una chiamata, per la quale è scettico.

Tristezza è una bottiglia mezza vuota o mezza piena, che ti impedisce di bere per timore di esaurirla e non riuscire a placare una temuta sete più grande.

Tristezza è madre di insoddisfazione, che sconfina nell’accidia.

Tristezza è inconscia autocommiserazione.

Tristezza è un soldato che combatte senza sapere perché o per chi.

Tristezza è un sentimento orfano di pensiero, un sentire senza un sapere.

Tristezza è una donna che si allontana senza voltarsi.

Tristezza è non riuscire a esprimere l’indicibile.

Tristezza è l’espressione del volto della statua di Lorenzo Duca d’Urbino nella Cappella medicea di Michelangelo, che riuscì nell’impossibile arte di dare vita alla pietra.

Tristezza è…

La grandezza di Dante, direi la sua eroica santità, è non essersi abbeverato all’amarezza di questo calice, nonostante un amore struggente e impossibile, una condanna a morte di un patria cattiva e un esilio affannoso come un salir l’altrui scale. La sua fierezza dominò ogni sentimento.

 

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