Da qualche tempo i Savoia, originari delle Alpi franco-piemontesi, scalpitano più rumorosamente del solito per rientrare in Italia, ma, scartando la coincidenza dell’avvicinarsi delle elezioni, mi chiedo: sarà proprio struggente nostalgia del patrio suol? Ho il sospetto che sia più una questione di principio o per fare le vacanze, non per viverci per più di un semestre all’anno, con tutte le case comode che hanno sparse per il mondo! Chissà se hanno capito che invece di giurare fedeltà alla Costituzione (facciamo ridere, perché il giuramento l’hanno abolito persino nei tribunali) basterebbe cambiare il cognome in Borbone o dimostrare di essere oriundi aragonesi e tutto sarebbe risolto. Non sarebbe un tradimento del casato. Vuoi che una qualche goccia di quel sangue non l’abbiano in corpo? (Per la storia: Ferdinando II, re “bomba”, sposò Maria Cristina di Savoia). E chi non mi dice che il loro avo Galantuomo, oltre che per una “bèla Rosin” non abbia avuto tenerezze anche per una “bedda Rosalia”? È un’idea, non pre-Concetta, da suggerire al decisionista Bassolino: Re di Napoli e Governatore della Campania, sempre a caccia di occasioni da immagine. Ma c’è un’idea ancora più semplice e sbrigativa: cari Savoia, imbarcatevi come clandestini extracomunitari sul primo gommone diretto alle coste pugliesi, poi fatevi beccare dai gendarmi della ministra Turco. Chi oserebbe mai negare ospitalità a un extracomunitario? Forse un Savoia ha meno diritti di un criminale albanese? Suvvia, noi siamo italiani. A voi che “ve frega”? All’italiano nessuno ha mai garantito il Paradiso, dopo; semmai, l’Inferno subito.