Anarchia e sindrome di Stoccolma

Vi sono più definizioni consolidate di anarchia, parziali come tutte le definizioni, tra cui quella che è innanzi tutto resistenza o contrapposizione al potere (filosofo francese Michel Onfray) e può risultare riduttiva, se l’anarchia può spingere soggetti bellicosi e nichilisti a trasformarsi in bombaroli e terroristi. In genere gli anarchici non sono anacoreti; vivono nel sistema politico che intendono combattere, sfruttandone ogni vantaggio e perciò sono, a dir poco, incoerenti. Ma un conto è l’azione belligerante e altro è la reazione dura ma disarmata a un sistema opprimente, che però può sfociare in azione violenta, giustificabile agli occhi del vescovo Giovanni di Salisbury, del domenicano Tommaso d’Aquino e del gesuita Juan Mariana, ma non certo a questi autori si rifanno bombaroli e terroristi anarchici.

Se si accetta la definizione di Onfray, si deve riconoscere che reagire a un potere significa ammetterne l’esistenza. Ora, se si è in regime di tirannia, potrebbe essere facile colpire il tiranno (uno), se si è in una democrazia (degenerata) contro chi si finisce per reagire? Nonostante sia solo teorica la contrapposizione al potere in democrazia, no n si deve dimenticare la “sindrome di Stoccolma”, quando tra vittima e oppressore si instaura un rapporto di condivisione psicologica della prima con il secondo.

Allora e per estensione: in regimi psudodemocratici, tra oppressi e oppressori si instaura un rapporto da “Sindrome di Stoccolma” e gli spiriti anarchici si lasciano assorbire (abbindolare) e immedesimare. Questa è la ragione che rende durature certe democrazie e impotenti le anarchie anche violente.

Anarchy and Stockholm syndrome


 

There are more settled definitions of anarchy, partial as all definitions, between that the one that is, at first, resistance or contraposition to power (French philosopher Michel Onfray) and can appear short-sighted, if the anarchy can push aggressive and nihilist persons to change in bombers and terrorists. Generally the anarchists are not hermits; they live in a political system, that they will fight, exploiting every advantage and so they are, to say the least, inconsistent. But, one thing is the belligerent action, another thing is the hard but naked reaction to an oppressive system, that however can culminate in aggressive action, justifiable in the eyes of the Bishop John of Salisbury, of the Dominican Thomas d’Aquino and of the Jesuit Juan Mariana. But these bombers and terrorists don’t inspire by these authors.

If we accept the definition of Onfray, we have to recognize that to react to a power means to admit its existence. Now, if we life in a despotic regime it w ould be easy to hit tyrant (one), if we live in a degenerate democracy against who can we react? Even though in democracy the opposition to power is only abstract, we have not to forget the Stockholm syndrome, when between victim and oppressor has set in a psychological sharing connection from the first to the second.

Then and for extension: in pseudo-democratic regimes between oppressed and oppressors set in a connection as Stockholm syndrome and anarchic spirits allow to absorb (to be duped) and to identify. This is the motive that makes permanent certain democracies and impotent the anarchies also violent.

 
(Translation by Giulia Bonazza)