È naturale che ogni uomo pensi a quel che avrebbe voluto fare in alternativa a ciò che fa. Il medico avrebbe voluto fare lo scrittore, l’avvocato l’ingegnere, l’ecclesiastico l’uomo politico, ecc. Solo così può alimentare un sogno e illudersi in una miglior fortuna, che è anche l’ammissione dell’insoddisfazione per la propria attuale situazione ed è uno sforzo di sopravvivenza. Una sola volta mi è capitato di constatare un’eccezione. Era settembre, i grappoli d’uva viravano al rosso cupo, un vignaiolo grigio e ossuto guardava i suoi vitigni. Gli chiesi: «ma lei che avrebbe voluto fare di diverso nella vita?». Mi guardò stupefatto, quasi non capisse la domanda. Mi rispose senza parole, accarezzando i grappoli come fossero i capelli bruni di una giovane donna.

Pietro Bonazza