Friedrich August von Hayek, non si decide a passare di moda, mentre i suoi antagonisti, primo fra tutti il Keynes, sono caduti nell’oblio. Non è un caso. Un liberale vero come lui ha scritto più cose favorevoli alla solidarietà e alla giustizia sociale che tanti marxisti irredimibili e cattolicisti di sinistra. Basta leggere Legge, legislazione e libertà, per capire quanto Hayek sia stato contrario all’egoismo sociale. Certo, non dimenticò mai la lezione di Mandeville, che i vizi privati possono diventare pubbliche virtù. Scrive a pag. 463: La minaccia maggiore viene dall’egoismo di gruppo, non da quello individuale. Per forza: l’egoismo di gruppo implica l’organizzazione, questa sfocia inevitabilmente in politica, che a sua volta esige la presenza di partiti, sindacati, lobby, consorterie, potentati. Se si crede che la democrazia è il meno peggio dei sistemi politici e l’egoismo di gruppo, tutto sommato, il minore dei mali, c’è un solo modo per minimizzare il male: ridurre le funzioni dello Stato, esaltando il principio di sussidiarietà. Il potere genera le funzioni, queste il rischio che allo Stato si applichi la regola del privato: l’occasione rende l’uomo ladro. Solo che il privato rischia la galera, lo Stato no, perché anche in democrazia è legibus solutus!