Non esistono i ricorsi storici. Se si intende banale ripetizione, non lo ha sostenuto nemmeno Giambattista Vico, che, invece, è l’inventore della ragione storica e, data la premessa, il ricorso non trova più spazi nella filosofia della storia occidentale, perché non è più concepibile l’eterno ritorno dell’eguale. La storia è storia proprio in quanto è cammino e anche se non si può dire che sia sempre un trend lineare e diacronico, è pur sempre come un fiume che, pur tra anse, meandri, sacche e lanche, va verso il mare. Non un circolo. Semmai una spirale a direzione centrifuga.
Lasciamo agli “addetti ai lavori” (purché lavorino con cautela) discettare sulla differenza tra accadimento e fenomeno in storia. Speriamo anche che qualcuno non ci venga a dire che siccome Caino fu un omicida, tutte le volte che c’è un omicidio (sono migliaia ogni ora sulla faccia di questa malefica terra) si ha un ricorso storico! Però, senza perdere mai di vista Montaigne, possiamo proporre delle analogie, così per mero divertissement, che, poi, non è per nulla divertente.
Per quattro secoli Firenze fu la capitale del mondo del denaro e dell’estetica. Tra quelle mura fu inventato tutto ciò che oggi noi chiamiamo impropriamente moderno, ma dovremmo dire fiorentino. Per non parlare della lingua, con cui si possono dire le cose più elevate dello spirito, ma anche le più basse, come le famose bestemmie fiorentine. All’inizio del Duecento, Firenze inventò anche i grattaceli. Allora si chiamavano torri, ma erano case-torri, quindi abitazioni sviluppate in altezza. Lo storico-mercante Giovanni Villani, contemporaneo di Dante, riferisce nella sua “Cronica” di 150 torri altre circa 80 metri, che davano la misura dell’orgoglio e della superbia dei fiorentini. Poi, verso la fine del XII secolo, incominciarono a litigare (come avrebbero potuto non farlo, quella razza dannata, che condannò a morte Dante, padre di tutti noi?). I primi a vincere furono i ghibellini e subito decisero di abbattere le torri dei guelfi, non si sa con precisione se abitanti compresi. Pochi anni dopo, la ruota della fortuna (quella dei litigiosi gira velocemente!) volse a favore dei guelfi, che abbatterono le torri dei ghibellini. Chi visita quel gioiello di borgo che è San Gimignano può avere un’idea, seppur pallida e parziale, di quel che fosse Firenze nel Duecento.
L’11 settembre 2001 – otto secoli dopo sono tanti – dei pazzi hanno demolito due grattacieli a Manhattan, con tutti gli abitanti e centinaia di pompieri, che da fuori cercavano di salvarli.
Quale scempio fu più grande? I talebani non hanno grattaceli, hanno buchi carsici per terra, ma la vendetta degli americani sarà ben più pesante.
Ghibellini e guelfi hanno fatto scuola al mondo. Non è questione di ricorsi storici, è che il male affascina più del bene e questo non è un ricorso, ma un fenomeno.
Dante continua a riposare a Ravenna e questa è la maledizione irredimibile che schiaccia i fiorentini.