Fa riflettere la constatazione che gli indiani d’America: Apaci, Sioux e Navaho, in particolare, non conoscessero la ruota, ma avessero una religione basata su un concetto di “Spirito”. Anche i bianchi che li sterminarono avevano un concetto di spirito, se non altro perché, da discendenti dei Puritani avevano sempre la Bibbia nel taschino, però davano più importanza alla ruota e l’ebbero vinta. I popoli indoeuropei avevano un concetto di spirito molto più dinamico, forse perché l’avevano immedesimato nel sole e nel suo movimento. Da qui la svastica, una ruota in itinere. Oggi le ruote si sono moltiplicate; basta pensare al numero di automobili in circolazione. Di contro il concetto di spirito sembra ridotto a sinonimo di alcool. Il logos dei greci ha perso ogni significato metafisico o religioso e si è ridotto a mera parola. Il significato profondo dei primi versetti del Vangelo di Giovanni “…e il Verbo si fece carne…” sembra essersi ridotto alla blasfema parafrasi “…e il verbo si fece ruota…”, visto che l’automobile, che ne ha addirittura quattro, è diventato il feticcio della nostra epoca. Ha vinto la ruota e ha perso lo Spirito, ma con esso ha perso l’uomo. A Hollywood John Wayne ha battuto Toro Seduto. Ma è stata vera vittoria?