Dopo anni di astinenza, mi sono concesso una breve vacanza in una località di mare (soffro le vertigini, sia quelle geometriche, sia quelle del pensiero profondo e, poi, l’orizzonte voglio vederlo all’infinito, senza nemmeno una siepetta leopardiana). Albergo con non troppe stelle e non troppo poche. Diciamo un posto da “funzionario” di banca o “quadro” di industria o medico ospedaliero a tempo pieno, perché sono i tipi più interessanti da osservare secondo una visione di antropologia politica. Posto meraviglioso, come ogni brandello di questa Italia massacrata dai suoi bizzarri e buzzurri abitanti, che non perdono occasione per dimostrare la teoria di Darwin sulla scimmiesca provenienza o, al meglio, la discendenza diretta dai barbari di fine impero romano. Cucina mediterranea da civiltà dell’olio (come non ricordare che Prezzolini distingueva due civiltà umane: quella dell’olio e quella del burro?). Ospiti italiani educati, forse anche per gareggiare con i tanti tedeschi dell’Ovest, rispettosi e che, sotto sotto, si sarebbero annessi questo paese invece della Germania dell’Est. Ma non è detta l’ultima parola. Intanto, si preparano persino imparando l’italiano. Sono commoventi, se si pensa allo sforzo che fanno. Finiranno per amare Dante come Gothe. Dio li benedica, anche se ci rifilano le loro carrette a quattro ruote e noi le compriamo per sentirci tedeschi. L’Europa è questa! Ma al secondo giorno, in ascensore mi “scappa l’occhio” verso l’alto e vedo sul bordo alto di una parete l’ectoplasma di uno di quei graffiti, che pittori bombolettari dipingono su carrozze ferroviarie e muri freschi delle città, sotto l’occhio paterno e pietrificato di vigili urbani e polfer. Ectoplasma, perché riemerge dopo una cancellatura meno efficace dello scritto, come le famose frasi mussolininane, che solo la demolizione del muro ha potuto eliminare. Per un attimo ho dubitato di essere ospite di un centro sociale. Ma noooh! È che troppi contestatori hanno un cuore che batte a sinistra, ma con il portafoglio di “papy” a destra, come avvenne nel Sessantotto, i cui figli veri oggi invecchiati fanno i barboni o gli anarchici del pensiero, mentre i tanti falsi hanno fatto carriera nelle direzioni dei giornali e delle imprese, avendo ben imparato la lezione dell’89 francese, che Barras, diversamente da Robespierre, non ci rimette la testa. Chissà! Forse quel bombolettaro da grande albergo ha capito di tutta la filosofia kantiana, la sola poetica frase: “il cielo stellato sopra di me”. Già… stelle da albergo e forchette da ristorante, perché per molti la vita è una “Guida Michelin”.