È frequente, forse per derivazione di un certo cattolicismo che ignora la distinzione agostiniana della “città terrena” dalla “città di Dio” o anche per certo pacifismo ideologico, sentire la domanda retorica: chi siamo noi per giudicare? Va bene, anche se non capisco. Però, trovo contraddittorio che chi abbia patito la tragica morte di un familiare per mano assassina sia sollecitato dagli stessi ideologi a concedere il suo perdono al criminale.

Se non ci si deve sentire in grado di giudicare, non si può essere nemmeno in grado di perdonare, perché il perdono esige un giudizio. La misericordia e il perdono spettano a Dio. All’uomo: solo un’interpretazione, semmai evolutiva, del significato della parola “giustizia”. O vogliamo disfare del tutto questa sbrindellata società?

 

Pietro Bonazza