Dopo l’esperienza storica del Principe-Vescovo di Trento nel lungo Medio Evo, mancava quella di un Ministro-Cardinale, nel lungo evo delle sinistre consorziate. Il vuoto è stato riempito, perché l’onorevole Mastella proprio i vuoti non li sopporta e, diversamente dai vetri, non li rende. C’era un vuoto di governo (pensa te: quando fanno i governi si fa talmente fatica a trovare gli aspiranti, che si debbono indire concorsi, gare di appalto, selezioni cruente tipo ordalia dei Germani!), non sapevano come fare a tapparlo e, allora, hanno chiamato l’onorevole Mastella, che subito ha provveduto, mandando il Cardinale! Così è la storia. Oddio! Non è un fatto eccezionale. A Roma, via i giovani giubilari, ci sono più cardinali che veri fedeli (Vittorino Andreoli, lo psichiatra matto, dice di conoscerne uno sicuramente ateo, ma forse confonde minuscole con maiuscole) e l’udierrino non sarebbe uscito dall’anonimato, se non ci fosse stata l’occasione d’oro dell’operazione Telecom-TMC. Lì è riuscito a far notizia personale. È operazione vietata dalla legge? Sì? Cambiamo la legge! Più facile di così! Contenti? Ma, mentre soddisfaceva esigenze telesinistre, il suo capo, Mastella, bocciava l’operazione in termini così inappellabili da dare al lettore, che li leggeva sulla stampa, la certezza che il Cardinale avrebbe avuto solo una delle tre scelte:

  • · dimettersi immediatamente da ministro;
  • · rimangiarsi le poco meditate dichiarazioni;
  • · far finta di niente.

Ovviamente scelse la terza, anche perché il Mastella aveva già trovato la soluzione dichiarando che il Cardinale aveva fatto tutto da solo e che lui era come un secchio d’acqua pura e non ne sapeva niente e qui e là… Per forza, mica si chiama Papa, si chiama solo Mastella, se no vedevi tu fratello! E poi, aveva fatto tanta fatica a tappare quel buco ministeriale alcuni mesi fa, che proprio non si poteva sprecare tanto sudore. Siamo d’accordo. Tanto un cardinale vale l’altro.