Qualcuno potrebbe pensare che il consiglio sia l’inverso di manovrare la macchina per tagliare il brodo, perché questa non rappresenta alcun pericolo, mentre l’impiego della segheria per affettare il salame può essere molto dannoso. Ma il consiglio, sebbene sia di buon senso, deve fare i conti con il nostro legislatore, che è molto… molto sensibile e attento alle disavventure delle nostre casalinghe. È persino toccante. Non è da escludere uno prossimo spot televisivo finanziato dalla Presidenza del consiglio (tipo AIDS: se lo conosci lo eviti) in cui lo stesso Presidente, che in futuro rischia di essere sempre più bello per la gioia delle massaie (i massai non si sa), si rivolga al popolo televidiota per pronunciare, con sorriso a quaranta denti, annunci del tipo: “Se conosci la sega… la eviti”. Mi spiego. Il Ministro del lavoro, avvalendosi della delega della legge 533/99, ha emanato in luglio due decreti per dare attuazione all’assicurazione obbligatoria INAIL per le casalinghe. Fin qui tutto bello (evitiamo il televisivo: ok, che non è nemmeno lingua d’oc), perché è la realizzazione dell’amore del nostro parlamento verso mamme, mogli, zie, nonne relegate in casa a spadellare e togliere ragnatele e questo amore, che rimanda subito alla canzone “Mamma” resa famosa da Beniamino Gigli, è interpretato con evidente convinzione e commozione dal ministro posto a guardia del sudore. Il guaio è l’intervento “di concerto” del Ministro del Tesoro, che, forse succube della sentenza “di mamma ce n’è una sola”, cioè la propria, se ne frega di tutte le altre e pensa soprattutto ai pareggi dei conti dell’INAIL. Questo può aiutare a capire il seguente busillis (pardon: inghippo): · tutte le casalinghe di età compresa tra 18 e 65 anni, che svolgano attività domestica a tempo pieno dovranno pagare 25.000 lire ogni anno per l’assicurazione obbligatoria contro gli incidenti domestici (che vuoi che siano 12,91Euro, palanca che vale ogni giorno di meno!); · sono coperti gli infortuni avvenuti, per causa violenta o virulenta in occasione di lavoro in ambito domestico (attenzione alle scale e alla strada quando si va a fare la spesa, visto che il supermercato non è vicino al focolare) “a condizione che dall’infortunio sia derivata una inabilità permanente non inferiore al 33%”e purché, tra le altre restrittive condizioni, su cui sorvoliamo, non si tratti di infortuni mortali (anche perché sarebbe impossibile essere contemporaneamente inabili e defunti, ma, giusta preoccupazione di ministro, è meglio dirlo, si sa mai che le casalinghe non lo sappiano) e non derivi da insurrezioni, tumulti popolari, ecc. Io, incapace persino di far sudare un uovo (pardon: alla coque), voglio molto bene alle casalinghe, che mi impediscono di morire di fame e proprio per questo sono perplesso su quel provvedimento. Sappiamo tutti quanti incidenti accadono tra le mura domestiche e non solo per lancio di stoviglie tra conviventi più o meno irritati o subornati da film sulla guerra nel Vietnam. Si possono fare tre classi: · mortali, per folgorazioni, scoppi di bombole di gas ecc. (non coperti dal provvido provvedimento). Non infrequenti; · scottature, cadute con fratture varie, taglio di dita per uso maldestro di coltelli, ecc. anche con conseguenze di inabilità permanenti, ma, in genere, inferiori al 33%. Frequentissimi (non coperti dal provvido provvedimento); · incidenti che provocano inabilità permanenti superiori al 33%. Rarissimi, a meno di piazzare in cucina una segheria da tronchi di foresta, che è la regola nel trilocale (se la casalinga va nella segheria a 100 chilometri dal centro di Milano, peggio per lei, perché è extrafocolare e lì può anche tagliarsi la testa, che, tanto, l’INAIL non pagherebbe). Questi sì che sono coperti, soprattutto se sono causati dalla “virulenza”. In conclusione: consideriamo il numero reale dei casi coperti da assicurazione e confrontiamolo con i 13 Euro moltiplicati per il numero di casalinghe e avremo trovato la quadratura del cerchio, anzi di una fetta del bilancio INAIL. Consiglio: non andare in segheria ad affettare il salame; farlo in casa, se volete con la motosega, purché vi tagliate qualcosa che valga almeno il 33%.