L’uomo attuale ha perso il concetto di valore e, così, ha perso anche il valore di se stesso. Soprattutto, ha perso il senso del tempo. Se gli chiediamo che cos’è il tempo, constatiamo che istintivamente guarda l’orologio, anche se non gli abbiamo chiesto l’ora. Per lui, il passato è il luogo dei fatti accaduti, il futuro è il luogo di una speranza vaga e indeterminata, il presente è il luogo ritenuto sicuro per vivere in uno stato di carpe diem, privo della rammaricante tristezza del sensibile Lorenzo de’ Medici. Non si rende conto, il poveraccio, che il tempo è una catena che rende tutt’uno il passato, il presente e il futuro. L’oggi è l’effetto di ieri, il domani lo sarà nei confronti dell’oggi e la catena è sempre in tensione e a tenerla sono le mani dell’uomo, anche del più semplice, anche non faustiano, anche non prometeico. La catena è l’iter verso l’eternità.