La geisha sembra un’invenzione giapponese. Sarà, ma a me pare un eufemismo molto educato per indicare un certo “mestiere”, perché, “palpa un po’ a destra e un po’ a manca”, anche il samurai più algido finisce per gettare le armi. È naturale, comprensibile, umano.

Certi imprenditori, molto affabili con clienti e fornitori con i quali intendono concludere vantaggiosi affari, allietano l’attesa offrendo la compagnia di compiacenti e piaciose hostess (anche questo è un eufemismo tipicamente albionico). Geishe e hostess, restano tali anche dopo aver compiuto la loro sacrificante mission. Ben diversamente si concluse il mandato della Contessa Castiglione, che è passata alla storia attraverso il materasso di un imperatore più sensibile al fascino femminile che alla battaglia di Sedan. Una putta onorata, si direbbe in veneto. Meno beatificata, ma non meno eroica di “Boule de suif”, che Guy de Maupassant immortalò in un celebre racconto per il riscatto delle donne francesi e il disonore dei prepotenti teutonici.

Pietro Bonazza