5 dicembre 2011, Pavia, aula magna del Collegio Ghislieri: assisto a una conferenza-dialogo di Anacleto Verrecchia, eclettico pensatore. Si discute della sua ultima pubblicazione: “Nietzsche: la stufa dell’Anticristico. L’autore conosce molto bene vita e pensiero del paranoico tedesco e senza giri di parole definisce Nietzsche un non filosofo. Un uditore esprime dubbi su quel giudizio. Verrecchia espone, con la solita arguzia, i motivi della sua affermazione, che toglie Nietzsche  dalla categoria dei filosofi, non da quella degli ottimi scrittori, che sanno fare buon uso della lingua tedesca. Condivido. Ammetto che Nietzsche mi ha sempre sconcertato. Alla fine non è tanto importante la qualificazione, perché ognuno finisce per essere ciò che è; importante è non avvolgere un soggetto con i veli del mito. Per la verità a tessere la tela non è stato Nietzsche, per quanto traspaia un evidente narcisismo nelle sue opere. Il merito della tessitura è dei costruttori di miti, opera in cui eccellono i tedeschi e non meno gli italiani, probabilmente più affascinati dalla forma aforistica, che consente il saccheggio e la citazione a larghe mani, e, soprattutto, la sostituzione di Nietzsche a Zarathushtra: “così parlò Nietzsche”, come un ipse dixit. Come sostituire Zorro a  Don Chisciotte! Sono solo i coltivatori di idee fragili e superficiali che hanno bisogno di puntelli e il tedesco gliene offre a volontà. Post mortem Nietzsche è un autore fortunato, stracitato senza ritegno, il che è piuttosto naturale in un epoca come la nostra povera di filosofi  innovatori e capaci di pensare in solitudine. Mi viene in mente l’uccellatore che imita con il fischietto il canto degli uccelli che intende impallinare: inganna il canterino con una voce che non ha.  Non è certo un modo corretto di rendere giustizia a Nietzsche e il messaggio di Verrecchia, fuori dal coro e provocatorio, è appunto questo: date a Nietzsche ciò che è di Nietzsche e alla filosofia ciò che è della filosofia. Kant ci ha insegnato che la critica è giudizio, ma nel giudizio è compresa la giustizia. Da qui la domanda: Nietzsche, così svelto e ripetitivo nel dispensare astiosi giudizi, ha conosciuto veramente il pensiero di Kant? Ironia della sorte: l’inventore della “volontà di potenza” era un impotente e Verrecchia, da giudice imparziale al servizio della verità, non gli fa sconti.

Consiglio la lettura della “Stufa dell’Anticristo“, che restituisce il potente Anticristo alla sua vera dimensione di “povero diavolo”.