Il cretinismo trova nella televisione uno strumento di diffusione di rara potenza di comicità inconsapevole. Fortuna che dura poco; purtroppo, è presto sostituito da nuove espressioni di crescente imbecillità. Gran parte del merito va ai pubblicitari, costosi veicolatori di messaggi commerciali, che stimolano, più che a comprare beni, a vendere persino quella scatola di pandora, che chiamiamo televisione.
Facciamo due esempi:
· ora sta esaurendo la sua carica, ma fino a pochi giorni or sono ammiccanti squinzie invitavano ad acquistare prodotti, in prevalenza cosmetici, con la motivazione che “voi valete!”. Il verbo “valere” e il sostantivo “valore”, ridotti a motivazione per acquistare carta igienica o magiche pomate antirughe , devono essersi sentiti a dir poco “svalutati”!
· i farmaci, si sa, hanno tutti controindicazioni, compresa la banale aspirina, che poi tanto banale non è, perché fu l’inizio di una serie di emorragie, che mi tengono costantemente in bilico. Ebbene, i messaggi pubblicitari avvertono dei pericoli, ma sul punto la voce è talmente accelerata, che non si capisce nulla come se il consiglio di prudenza fosse taciuto.
Ma i pubblicitari sono in buona compagnia dei tiggì, veri spacciatori di falsità; senza contare la più stupida e ipocrita della frasi di chiusura: “grazie di essere stati con noi”, che diventa sgradevole persino sulla bocca di una mezzobusto manipolata da un truccatore con levità da muratore.
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