Non ho niente di personale contro Prodi, come contro il suo contrapposto Berlusconi. Sono entrambi onorevoli signori e io con i “signori” non voglio avere problemi e nemmeno…rapporti. Sono troppo malfidente e scettico e, quindi, preferisco l’uomo, sic et simpliciter, con tutte le sue magagne, limitatezze, persino bassezze, ma chiare e leggibili, senza “retro”. Sì, perché è il “retro” che ti frega. Il retrogusto, il retrobottega, eccetera. Non sai mai che cosa sia celato dietro la “tenda” e dietro le quinte dei politici ci sta tutto il possibile e il suo contrario: dichiarazioni, smentite, accuse agli altri di fraintendimento. Mai una volta che un politico dica: sì ho proprio voluto dire quel che ho detto, lo confermo, anzi lo giuro e se non vi va bene andate a farvi…benedire.

Detto questo, ritorno al Prodi: simpatico con quel suo faccione da luna piena, che splende sempre, anche se un po’ smorta, sull’Emilia (non sulla Romagna che sta su un altro pianeta!). Ti fa venir voglia di sederti a tavola e mangiarti un cotechino annegato nel lambrusco, alla faccia di tutti i prodi del mondo. Tutto il contrario di quegli altri prodi: l’Anselmo, il don Chisciotte & C., magri, emaciati, allampanati, affamati, angustiati, arrabbiati, eccetera eccetera. Il Nostro no! È altra cosa, almeno così a me pare. È uomo di fede, perciò fiducioso e sa vedere il lato positivo, anzi buono di ogni cosa anche se quando dice la sua verità tiene quell’indice alzato, che non sai se sia benedicente, docente o avvertente. Quindi riduco la sua personalità (solo per sintesi, per carità! perché ha ben altre doti) ai due caratteri: la fiduciosità (non c’è nel vocabolario, ma rende l’idea) e l’indice della mano. Il primo ha avuto una esemplare esternazione il 17 gennaio 2005, quando si è saputo l’esito delle elezioni primarie in Puglia vinte da un tal Vendola di Rifondazione Comunista. Di fronte alla disperazione dei DS, il Prodi se ne esce dichiarando che quel risultato è una dimostrazione di democrazia e – riporta tra virgolette un giornale – affermando con soddisfazione: “Mi sento serenissimo…”. Ora, il Prodi è stato assente dall’Italia per troppo tempo (in verità gli Europei lo hanno accusato di fare politica in Italia stando a Bruxelles, ma facciamo finta di niente!) per sapere che i “serenissimi” erano quei cinque o sei squinternati veneti che volevano prendere il Campanile di San Marco con un trattore camuffato da tank. Roba che in altri paesi, non culla del diritto, sarebbe finita, come ogni carnevale, in una risata, ma non Italia, dove i giudici riuscirono ad affibbiare a quei matti anni di galera senza sconti, perché con San Marco possono scherzare tutti, extracomunitari islamici compresi, ma non i veneziani… Vivaddio! (anzi Vivammarco!). Ebbene: consiglierei al Prodi (vedete che gli voglio bene) di non sentirsi “serenissimo”, perché è pericoloso, a meno che si dichiari preventivamente e solennemente extracomunitario islamico, ciò che, inoltre, nel Belpaese gli darebbe anche vantaggi elettorali. Ma, forse, tanta serenità è solo una finzione per mascherare un errore politico, quello di aver teso una trappola agli alleati dirigenti attuali dei DS, però con il risultato finale di spingerli verso Bertinotti e di non sapere più dove collocare se stesso oppure di provocare un’alleanza più stretta tra ala riformista dei DS e i rutelliani, sempre a suo danno. Eventuali rappacificazioni dichiarate successivamente tra il Nostro e il Fassino sono solo recitazioni di circostanza, a cui non crede nessuno, più cabaret che teatro.

Quanto all’indice, se non è un vezzo o un gesto inconsulto, non è benedicente, perché anche il Papa, usa almeno tre dita. Non è docente, perché, se anche lo chiamano tutti il “professore” (come chiamavano “Avvocato” l’automobilaro di Torino che mai l’avvocato fece e come chiamano “l’Ingegnere”, che pratica tutt’altro che l’ingegneria), gli italiani, popolo geneticamente sapiente, non gradiscono ricevere lezioni e se qualcuno ci prova gli fanno un pernacchio (se non di peggio). Quindi può essere solo avvertente! Ma che cosa avvertirebbe? Non mi interessa e non interessa a quei pochi scettici come me, che credono ancora che la politica sia una cosa grande, anche se tragica, come la intendeva quel genio vituperato di Machiavelli. Ma va tutto bene, finché si tratta dell’indice e il Prodi non cambia dito. Ma non c’è pericolo. Il Prodi non è solo politically correct, è anche una persona educata e, per di più, “serenissima”.

 

Pietro Bonazza