Era il 30 giugno 2000, ultimo giorno per la “trasmissione” (si dice così perché è una “cosa” tutta elettronica) di Modd. 770 e IVA periodica al Ministero delle Finanze. Ero in visita a un collega, di quelli che ammiro per gravarsi della funzione di “cireneo” dell’Amministrazione finanziaria (che, per essere precisi, non ha niente a che fare con il Cristo dei Vangeli). Da ore smanettava senza smoccolare (sono in dubbio se sia martirio o eroismo), inutilmente perché il modem del Ministero non riceveva e il numero verde faceva egregiamente il suo dovere. Vedi, dice il il collega Giobbe, il bello del numero verde è che, se non ti risponde una musichetta più gioiosa del “Bolero” di Ravel o una vocetta femminile, che con amabile birignao si modula su timbri erotici, allora risponde occupato, che nel complesso gergo burocratico romano significa “il dottore è fuori stanza”. Il giorno dopo risentii il collega, che mi informò dell’ennesima proroga ministeriale. Mi viene in mente un lapidario giudizio di Giovanni Papini, che definì la burocrazia: “Urge temporeggiare”.