Con toni trionfalistici il SECIT ha comunicato che, merito della legge 724 del 1994, le società di comodo sono scese dal 15 al 3,4%, come a dire: pressoché sparite. Bravi: 7+! Non sono mai stato un estimatore di quel tipo di società, soprattutto perché si dividevano in due categorie: · quelle costituite per paraventi più o meno efficaci di natura fiscale; · quelle tenute lì a vivacchiare come “scatole vuote”, inutilmente costose e, quindi, “stupide”. Tutte pagavano imposte, tasse e balzelli vari, in misura fissa o variabile, per avere una partita IVA e una posizione al Registro delle imprese, per vidimare libri e depositare il bilancio annuale e, tra l’altro, creavano un certo tipo di occupazione negli studi professionali, che tenevano insieme i quattro conti civilistici e fiscali, dichiarazioni e comunicazioni varie; lavoro di non eccelsa cucina, da affidare a signorine di studio, per essere concreti, ma pur sempre occupazione e un qualche centinaio o migliaio di impiegati in più non guastano mai. Certo, le prime un qualche problema lo rappresentavano, ma per risolverlo sarebbe bastato molto meno della “caccia al ladro”. Richiamo un paragone sicuramente eccessivo: qualsiasi governante di buon senso e navigata esperienza sa che chi ha fatto della malavita la professione non rinuncia alla propria attività e se i poteri sopprimono un tipo di crimine, sono pronti con flessibilità a passare ad altro, magari peggiore. Certe forme di criminalità sono tollerate per timore di stimolare l’avvento di forme più violente; non lo dicono ufficialmente, ma è così, perché la società ha i suoi bubboni: ne togli uno e ne spunta un altro. Nessun potere, nella dannata storia del dannato uomo, è mai riuscito a stroncare la malavita. Qualche governante, con molta bravura e fortuna, è riuscito a controllarla, che è già un successo. Così è per l’evasione. Gli evasori sono come i cleptomani: non possono resistere e, se non riescono a rubare al supermercato, lo fanno al vicino di casa. Tutto questo per dire che le società di “comodo” della prima categoria avranno dato qualche problema, ma poteva essere risolto in altro modo, perché non si doveva agire in modo da sopprimere tutti i rivoli, compresi quelli della seconda categoria. Chi non ricorda l’insegnamento sulla funzione del monastero nei “Promessi Sposi”? “… noi siam come il mare, che riceve acqua da tutte le parti, e la torna a distribuire a tutti i fiumi.” Purtroppo, lo Stato italiano non assomiglia a un monastero, perché prosciuga mari e fiumi, restituendo poco o niente. Ma per il ministero delle finanze, sempre massimalista e di sinistra, bisognava estirpare la mala erba, con il solito spirito giacobino da rivoluzionari del 1789. Il fanatismo idiota di Robespierre, che, alla fine, si taglia la gola da sé, braccio armato dell’illuminismo che, nella storia, ha illuminato il mondo di luce sinistra. Si dirà: ma tutte quelle società ingombravano i dati del ministero, gonfiando le statistiche e creando problemi di gestione all’apparato. Già: ma come si spiega allora che le banche, sfruttando la legge dei grandi numeri (e anche qualcos’altro!) guadagnano aprendo conti correnti anche ai pensionati? Forse avevano ragione lorsignori: meglio avere 10 contribuenti da 100 lire che 100 contribuenti da 10 lire: costa di meno. Siamo d’accordo. Lo saremmo anche di più, se ci dicessero che così si mettono d’accordo più facilmente.