La cancelliera Merkel non balla la tarantella e neppure il valzer viennese, però, come un maestro di ballo anchilosato, fa ballare gli altri e soprattutto noi italiani. Però, non facciamogliene una colpa, che, invece, è tutta nostra. Era già successo con Mussolini e l’ultima guerra. La verità è che i tedeschi hanno l’egemonia nel Dna, ma anche un complesso di inferiorità verso gli italiani oltre che un calcolo di convenienza. Basta leggere i dati dell’import-export Italia-Germania per capire che il nostro mercato è di vitale importanza per i tedeschi: il saldo netto della bilancia commerciale è stato attivo per la Germania per 14,6 miliardi di € nel 2010. Di conseguenza la Germania accumula crediti verso l’Italia e allora viene in mente il famoso aforisma di Keynes: “se devi 1 sterlina a una banca il problema è tuo, ma se ne devi 1000 è suo”. Monti è un british professor, elegante e severo, non porta il cappello in testa perché a Berlino “va col cappello in mano”. Ma la signora col chiodo in testa lo tratta dall’alto al basso. E se il Monti incominciasse a ricordare a Frau il detto di Keynes? Che direbbero gli States, straindebitati con i cinesi, se fossero trattati dai loro creditori con alterigia? Ma quella donna, dai fianchi opimi e lo sguardo acquoso che il sottaniere di Arcore tratteggiò da quell’esperto che è, parla a nome della maggioranza dei tedeschi? Avrà avuto ragione Mario Cipollini, che i ciclisti tedeschi se li beveva sul traguardo, a dire: “che si può pretendere da un popolo che non conosce il bidet”?

Il problema è semplice e nel contempo complesso, ma un fatto è certo: i tedeschi non hanno alcun interesse a mollare il nostro lauto mercato, fin qui ci arrivano anche senza bidet, e non è solo questione di € e di saldi commerciali, perché ai prodotti tedeschi noi possiamo trovare alternative, ma i tedeschi per quelli italiani no, se non vogliono schiattare per indigestione da crauti e würstel.

Allora, per rimettere le cose a posto, diciamo che i calcoli di tornare noi alla lira e loro al panzer-mark sono pressoché impossibili, ma noi saremmo ancora più svantaggiati, perché dopo aver pagato un costoso biglietto d’ingresso nell’€ dovremmo pagare anche per uscirne. Mai sentito che al cinema o al teatro o allo stadio si paghi il biglietto di andata e ritorno.

L’unica certezza è che le centrali della speculazione internazionale si sono rafforzate e quando avranno disossato l’Italia si butteranno sulla Germania. Le società di rating dovranno pur stimare che i crediti delle banche tedesche, afflitte da smania imperialistico-finanziaria verso il resto del mondo e ora a corto di ossigeno, sono diventati spazzatura; inoltre, non potranno ignorare i saldi negativi dei bilanci dei länder, fenomeni politico-contabili che prima o poi verranno in evidenza, nonostante i tentativi della cancelliera di farne pagare il prezzo agli altri paesi della comunità europea. Allora, sarà la fine delle triple A e degli spread. Tutti quei voti da professori internazionali varranno uno zero e ognuno si ritroverà con le proprie gatte da pelare.

Ovviamente non mancano mai i benpensanti qualunquisti anche italiani che sostengono l’efficacia di una inflazione a due cifre per ridurre il debito statale, dimenticando che a due cifre diventerebbero anche i tassi di interesse sullo stesso, dopodiché non resta che contare i morti.

La cancelliera dovrebbe incominciare a calcolare i costi di una Germania che resta sola in un’Europa che non sarà mai tedesca per motivi storici e per paura; i non tedeschi pensano: meglio straccioni che colonizzati. Se fosse vera la virtù dei tedeschi, che ci farebbe una vergine su un marciapiede tra lo scalpiccio di tante lucciole? Non è che la vergine sia tale più di nome che di fatto? Quanto agli italiani, si sa che sono un po’ levantini e sfuggenti e chi tenta di afferrarli si accorge di stringere un’anguilla. Ecco perché il capitone costa così caro!