Thomas Hanley, uno degli abitanti di Wall Street, è quel che si definisce oggi un analista finanziario, per di più noto, cioè credibile e creduto, come si dice un guru, o almeno così “era”. Si sa che, da quando la finanza, da ancella dell’economia è diventata padrona, ha avuto bisogno di suoi sacerdoti. Qualcuno diventa pontifex e, quindi, ha il diritto-dovere di pontificare, che, nel campo della finanza, vuol dire pressappoco questo: zitti tutti, adesso vi spiego io che cosa accadrà domani del titolo A, dell’azione B, della moneta C, del tasso D e così via. Gli altri, gli scolaretti, seguono compunti le indicazioni del maestro, il quale: imbroccane una ieri e una oggi, sarà promosso domani coram populo appunto pontifex. Poiché l’unico pontifex proclamato “infallibile” sta a Roma, ne consegue che quelli che stanno a New York sono esposti al rischio dell’errore, come i comuni mortali. È quanto è capitato all’analista Hanley. I suoi sussurri sulla prossima fusione di due banche fecero scattare al rialzo le quotazioni, ma la notizia si rivelò poi infondata. Lo Stock Exchange di New York, dopo approfondimenti, ha inflitto a Hanley una multa di 75 mila dollari, nonostante mancanza di insider trading o di aggiotaggio. Che cosa sono 150 milioni di lire per uno che per la stessa operazione per cui è stato multato, potrebbe aver avuto maggiori vantaggi? Sono pochi, ma la perdita della faccia è la peggior condanna in un paese puritano, anche se con le sue brave ipocrisie, come gli States. C’è una morale? Nessuna morale, perché non è una favola di Esopo. Però una riflessione si impone: che succederebbe in Italia in casi del genere? Niente, perché fatti del genere da noi non accadono. Noi non abbiamo pontifex, se è per quello non abbiamo nemmeno una borsa vera, cioè in linea coi tempi. Ma anche se portassimo Wall Street a Milano, da noi, mai e poi mai accadrebbe un fatto del genere, perché in Italia tutti i finanzieri, tutti, ma proprio tutti, avvocati e ingegneri che dir si voglia, sono galantuomini che l’insider trading, l’aggiotaggio e altre cosette borsistiche, manco sanno che cosa sono. Per dirla in musica: sono baritoni e bassi che cantano come Farinelli o, per dirla con termini da medicina veterinaria: sono arieti che fanno finta di belare come pecorelle del presepe.