Come si scrive un articolo di diritto tributario? Forse sarebbe meglio dire: come non si deve scrivere!

Il quotidiano “ItaliaOggi”, pubblica il 16 ottobre 2004, a pag. 34, un articolo dal titolo ardito per usare un eufemismo: “L’antielusione blocca la nuova Ires”. Vi si paventa il rischio che movimenti di partecipazioni societarie finalizzate a conseguire le condizioni per adire i regimi di consolidamento e trasparenza possano cadere nelle maglie dell’antielusione. Con il Fisco che ci si ritrova nulla è impossibile e il timore può non essere infondato. Però, diversamente dall’articolo citato, si possono sollevare dubbi sulla fondatezza che il rischio sia leggibile nei “pareri” nn. 22 e 23 rilasciati l’1.10.2004 e l’11.10.2004 dal “Comitato Consultivo norme antielusive” dell’Agenzia delle entrate, in materia di scissione e che ricalcano precedenti già noti e commentati dalla stampa. Poiché i due documenti non sono inediti e si trovano con difficoltà anche sulla rete Internet, li pubblico nella pagina “Documenti” di questo sito, perché gli amici lettori possano constatare personalmente quanto sia labile, per non dire inconsistente, il legame logico tra i contenuti dei pareri e l’art. 37-bis Dpr 600/1973.

Osserviamo che si devono leggere i due pareri valutando se nelle fattispecie sottoposte a interpello esistevano o no “valide ragioni economiche”, perché questo è il punto pregiudiziale e condizionante per una corretta interpretazione dell’art. 37-bis.

Invece di conclusioni e collegamenti incongrui avrei preferito leggere, nel citato articolo, un commento sull’affermazione finale del Parere 23, secondo il quale «l’onere della prova dell’antielusività della condotta del contribuente è a carico del contribuente medesimo». Vero: ma prima ancora, si deve affermare che l’onere della elusività grava sul Fisco, perché è nel paradigma legale dello stesso art. 37-bis e nel sistema generale dell’ordinamento, incentrato sull’art. 2697 cod. civ., che poi deriva dal principio di diritto romano “onus probandi ei incumbit qui agit”, dove il qui agit è riferito alle probatorie motivazioni dell’accertamento prima e alla eventuale fase contenziosa poi, a meno di un rovesciamento dell’onere, che nell’art. 37-bis non leggo.

Infine, mi chiedo come sia possibile chiedere certi pareri! Mi rispondo rileggendo il mio articolo “Il diritto di interpello della Sibilla…fiscale”, pubblicato in questo “circo” il 5.7.2004.

Pietro Bonazza