I “compagni” di Rimini, terra di meeting

(Non c’ero; però, ho letto)

Non ho niente contro i movimenti ecclesiali (Opus Dei, Comunione e Liberazione, Azione Cattolica ecc.), anche se non mi entusiasmano. Mi sembra già così difficile essere cattolici oggi, che iper mi pare troppo, persino eroico e l’eroismo è “merce rara”. Prima o poi e al di là delle intenzioni dei loro fondatori, mi paiono destinati inevitabilmente a diventare centri di potere e di interessi economici. Un po’ come ordini di monaci guerrieri moderni, che hanno una loro “cassa”, un loro “forziere”. Oggi si direbbe: una loro “finanza”.

Rispetto la loro libertà. Anzi, la difendo, per avere il diritto di pretendere ossequio alla mia.

Prendiamo CL, che tutti gli anni sul finire di agosto organizza a Rimini un meeting da adunata oceanica (pardon: oggi si dice “bagno di folla” e a Rimini marina l’espressione è appropriata). Una passerella per politici e imprenditori in auge, interi o a tronchetti. Naturalmente non manca mai il più inossidabile uomo politico degli ultimi sessant’anni: il senatore a vita presente e futura Giulio Andreotti, esperto in Cicerone, ma di questo più abile e fortunato: in Sicilia volevano fargli fare la fine del Tullio, ma lui “tièh”. Niente da fare. Che vorresti mai fare contro uno che finge di ridere “a futura memoria”? Come ti dicesse “domani ti frego io”. Lui, il Tullio Andreotti, a Rimini è di casa. Però, se pensa che lo invitino per le sue diagnosi politiche, si sbaglia; è ospite graditissimo per le battute, come un Benigni e un Dario Fo al festival dei DS: perché fanno ridere.

Fanno un po’ meno ridere gli Albertini, gli Epifani, i Rutelli, i Follini e i Formigoni. Questi ultimi rigorosamente al plurale, perché sono già “correnti” della ricostituenda DC vecchia maniera.

Infatti, non è un caso che venga riesumato proprio a Rimini il dimenticato Fanfani, ripescato dalla naftalina, che in vita era un “cavallo di razza. Ma, di grazia, anche il pony è un cavallo! Quanto a storico dell’economia…lasciamo perdere! In gioventù mi sforzai di leggere un suo testo. Forse non l’avevo capito, ma il mio modesto giudizio fu: “fortuna che si è dato alla politica”. Ora qualcuno lo riesuma, non si capisce bene perché. Rimini serve anche a questo. Dicevo di Formigoni, che molte voci danno in procinto di rifondazione: è arrivata la smentita, firmata dalla Presidenza della Regione Lombardia (perché non da lui personalmente?), che dichiara “nessuno intende dar vita…” a una corrente cattolica in seno a Forza Italia. Ma chi è “nessuno”? Anche Ulisse nell’antro di Polifemo era “nessuno”. Vedrete che ci prova! In barba a Casini e a Follini, che lo temono come concorrente pericoloso. Invece Epifani, gran capo di CGIL, non è più concorrente, si accontenta di essere un ex ciellino. Parbleu! Quanti dirigenti di sinistra hanno sfornato l’Università Cattolica e CL! Ma non c’è da stupirsi: già Petrarca sosteneva che “è saggio mutar consiglio”, solo che non si capisce mai se è un consiglio-consiglio, o un consiglio di amministrazione o un consiglio regionale. Ma attenti, voi che cambiate pelle come i pitoni: un cardinale, che fa schola (in italiano “scola”), tosto come un colonnello dei lagunari, è lì pronto con un anatema facile facile. Grazie Eminenza per le certezze, che mi confortano nel mare di contraddizioni di questi incontri (pardon: meeting).”

Certezze non vengono invece da Raffaello Vignali (vedi “Corriere della Sera”, 29.8.2004), Presidente della Compagnia delle Opere, il braccio economico di CL, che, usando in un’intervista il plurale maiestatis non può sostenere di aver parlato a titolo personale, dice che “loro” i compagni (beninteso: da “Compagnia” delle opere) hanno eletto Blair come politico ideale e si ispirano a Letta e a Bersani per il riformismo, che deve riservare solo allo Stato le attività delle utility. Mi chiedo: ma questo “compagno” lo sa o non lo sa che, se c’è stato un minimo di liberalizzazione in un settore, quello energetico, che esigerebbe ancora più concorrenzialità, lo si deve proprio a Letta per il gas e a Bersani per l’elettricità? Non lo sa! E per la sanità, Vignali la vuole statale o regionale, magari affidata alla Compagnia delle Opere? Forse bisognerebbe chiederlo a Epifani, che ormai viaggia in sintonia con Vignali. Tra compagni si capiscono! Ma lasciamo perdere. Vignali, incominci a imparare lo spagnolo, perché le Opus di Dio e della Compagnia parlano la lingua di Cervantes. Il vero problema è: chi recita la parte di Sancho Panza?

Pietro Bonazza