A Maastricht, alcuni banchieri e politici in cerca di fortuna e notorietà hanno fatto credere di aver avviato un cammino verso l’unità delle nazioni europee. Non c’è da stupirsi, perché un disegno così grande avrebbero potuto perseguirlo solo artisti e filosofi, compresi in questa categoria i politici e i giuristi, gli storici e i teologi. Ma questi erano finiti o emarginati dalla sconfitta della Seconda Guerra mondiale, accomunati nella caduta come lo furono nell’intelligenza, anche se avversari o addirittura nemici. Con i vincitori dell’Est e dell’Ovest, vennero di moda gli “intellettuali” da casino, presidenti di festival cinematografici, direttori di case editrici, governatori di potentati più politici che culturali. Pazienza! Anche le nazioni hanno i loro cicli. Però, bisogna essere coerenti fino in fondo. Se a Maastricht si voleva costruire un’unione economica, bisognava pensare il disegno in termini di economia. Bisognava architettare l’Europa come una società per azioni holding, una specie di capogruppo, che domina le società controllate con organi veramente dipendenti e rispondenti al centro. Bisognava imporre una specie di “direzione unitaria”. Bisognava fare una volta all’anno un vero bilancio consolidato e chiedere conto del rispetto delle regole impartite, del raggiungimento dei target assegnati. Avete notizia di una multinazionale del giocattolo, che si limiti a dire alle proprie dipendenze che gli orsacchiotti di peluche fabbricati in Cina debbono essere in poliamide, le bambole di Taiwan in plastica masticabile, i giochi elettronici di Singapore con semiconduttori giapponesi? Ci vuol altro per far funzionare una multinazionale! Invece si vorrebbe far funzionare la holding europea, mandando direttive sul diametro dei piselli, la farina di grano tenero per la pasta, il formaggio alla furosina, il pane con le carote e non con i ciccioli. No! Non può funzionare nemmeno come ammucchiata di uomini d’affari. La società per azioni è la più prosaica delle invenzioni economiche, ma, almeno, nel suo materialismo è una cosa seria.