Passetti brevi, da pingue che teme di uscire dal baricentro.
Guance un po’ flosce, da monsignore poco mobile, ma che arriva lontano, guidando mano altrui. Sguardo sfuggente e finto spento. Occhio semichiuso per lasciar spazio al fine udito.
E poi un fermo e ribadito “io”…”io”. Che è? Un iterativo? Una dimostrazione di egoità mal repressa e affiorante? Nooo! Solo un lapsus! Nel secondo manca la “d”.