Osservo un contadino che vanga l’orto. Affonda l’attrezzo premendo il piede sinistro sulla staffa. La terra rende lucida la lama. È la vanga che accarezza la terra o viceversa? Il contadino esprime soddisfazione e compiacimento a ogni colpo. Sembra facile, ma non lo è. Occorrono forza, destrezza e continuità. La continuità del ritmo della musica. Poi il contadino rivolta la terra, il movimento più pesante, ma quasi sorride. Forse pensa ai frutti che la porca gli restituirà. È soddisfatto di ripetere un gesto vecchio di secoli. Non crede di aver partorito un’opera d’arte.

Allora, non capisco perché qualsiasi imbrattacarta, per il semplice fatto che usa la penna anziché la vanga, ritenga di sfornare capolavori.

Si dice: braccia rubate all’agricoltura. Per scansare il rischio di tale giudizio, vango io il mio orto e, come premio, assaporo la discreta soddisfazione del contadino.

 

Pietro Bonazza