Eco-logo senza ritorno

Si dice di uno scrittore forbito, che sa scrivere bene, cioè possiede l’arte del linguaggio: verbi efficaci, aggettivi selezionati e appropriati, frasi degne di un monologo scespiriano. Bene! Sia fatto cavaliere della letteratura, Nobel dalla Commissione Svedese.

Per me, uno che scrive bene è semplicemente chi dice in modo chiaro qualcosa  di complicato e possibilmente di nuovo, senza ascoltarsi e senza compiacersi, senza porsi in ascolto della propria eco, perché il contesto sociale, come gola di montagna, non sempre rende un’eco corretta o, come su una spiaggia marina, non la rende affatto.

Umberto Eco, omen nomen, attenzione: non tutti i lettori sono pecore pazienti, che digeriscono la semiologia.

 

 

Ecologo without return

It tells of a polished writer, who is able to write well, that possesses the art of language: effective verbs, selected and appropriate adjectives, worthy sentences of a Shakespearean monologue. Okay! Let’s him made a knight of the literature, the Nobel prize by the Swedish Commission.

For me, someone who writes well is simply who says clearly something complicated and possibly again, without listening and without complacency, not to listen to the own echo, because the social context, as a mountain gorge, not always make a reverberate correct echo or, as on a sea beach, it does not give back entirely.

Umberto Eco, “nomen omen”, beware: not all readers are patient sheep, which digest semiotics.

(Translation by Giulia Bonazza)