Abbiamo notizia di un processo contro alcuni collaboratori (guai dire “dipendenti”) dell’Amministrazione finanziaria, in divisa e non. Ci viene in mente che nel suo Vangelo (3, 10-18) Luca scrive che Giovanni Battista, alla domanda di alcuni soldati: ” E noi che dobbiamo fare? ” rispose: ” Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe. ” Tommaso d’Aquino, scrive alla Duchessa di Brabante: ” Septimo quaerebatis, si officiales vestri absque iuris ordine aliquid a subditis extorserind, quod ad manus vestra devenerit, vel non forte, quid circa hoc facere debeatis. Super quo plana est responsio: quia si ad manus vestras devenerint, debetis restituere vel certis personis…Si autem ad manus vestras non devenerit, debetis compellere officiales vestros ad consimilem restitutionem, etiam si non fuerint notae vobis aliquae certae personae…”, così tradotto: ” Nella vostra settima domanda chiedete come comportarvi nel caso che dei vostri funzionari, oltrepassando i limiti stabiliti dal diritto, abbiano estorto ai vostri sudditi del denaro giunto, poi, o meno in vostra mano. Su questo punto la risposta è evidente: se quella somma è giunta fino a voi, vi rimane l’obbligo di restituirla ai sicuri proprietari… Se invece quel denaro non è arrivato in vostre mani, dovete imporre tale restituzione ai vostri funzionari, anche se vi sono ignote le determinate persone vittime dell’estorsione…”. Dice niente questo? La Bibbia (Ecclesiaste, 1, 10) ci ha avvertito: ” Nihil sub sole novum “. Un consiglio a perseguitati e concussi: non basta farsi assistere da tributaristi agguerriti e di mondo, occorre anche la protezione di San Giovanni e di San Tommaso, riuniti, ma a condizione che la controparte sia la Duchessa di Brabante. Se invece è un ministro delle finanze italiano, non basta nemmeno tanto: occorre il Padreterno.