Pierluigi Magnaschi, in un articolo pubblicato su “il Giornale” del 18 luglio 2007, contesta la mostra voluta dall’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Vittorio Sgarbi, sull’arte gay. Il titolo dell’articolo “Perché quella mostra non s’ha da fare“, è sintesi delle argomentazioni fondate e condivisibili di Magnaschi, che con disarmante chiarezza rimprovera anche alla sindachessa meneghina di aver cooptato un assessore nemmeno eletto dalla “gente”. Sgarbi è un esperto d’arte che gioca a fare il provocatore, usando – e non perde occasione – un linguaggio da trivio. È il caso di dire: “Gent.ma e avv.ma (“avv.ma” è abbreviazione di “avvedutissima”) sig.ra Moratti: se lo è cercato… se lo tenga!”.

Però, il Comune di Milano non è l’Inter! A me è venuto un pensiero sintetico a proposito di Sgarbi: “anche l’arte ha i suoi cicciolini. Ilona non si senta più sola“.

 

Pietro Bonazza