Santi in Paradiso
La Chiesa, istituendo il canone dei Santi, ha grande merito, perché ha consentito di attribuire a ogni battezzato un nomen di un predecessore di grande risalto spirituale. Diversamente ci saremmo chiamati un, due, tre. Chissà come avrebbe potuto, il Grande Fratello, inventare il Codice fiscale! È pur vero che i nomi esistevano anche prima della Chiesa. Roma, per non risalire all’indietro nel tempo storico, ci ha trasmesso nomi bellissimi: Aurelio, Marco, Tullio, Giulio, Cesare, Tiberio, Flavio, Virgilio, eccetera, che, però, con la crescita esponenziale della popolazione, sarebbero stati insufficienti. Vero anche che, secondo le mode e in relazione alla fama di attori, che riempiono le pagine dei settimanali, siamo inflazionati dai Luca, Simone, ecc. affibbiati ai neonati ignorando la Bibbia ed è altrettanto vero che spesso la causa per la canonizzazione deve scendere a compromessi. Volete far santo padre Pio da Pietrelcina? Ebbene, allora dovete far santo anche Pio IX. Do ut des, con buona pace dei processi ecclesiastici. Sarebbe come dire: volete fare eleggere a Montecitorio il sig. Tale? Allora dovete votare Tizio per Palazzo Madama (peraltro già accade!). E Tu Pietro, custode della chiavi del Regno, che dici? Risponde il Santo Portinaio: “io apro o chiudo la Porta secondo giustizia e basta. Poi, per il repêchage, ci pensa la misericordia di Dio”.
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