Walt Disney, influenzato da migliaia d’anni di miti, fiabe e favole, inventò, con la grafica dei cartoni animati, quella specie di antropomorfismo, che trasla negli animali atteggiamenti umani. Come tutti gli americani, Disney era un ottimista e considerava l’uomo il parametro di imitazione. Forse, è più vero il contrario. Osserviamo la fauna parlamentare: ci sono deputati coraggiosi (a parole) che si picchiano pugni minacciosi sul petto come il gorilla di montagna, altri che imitano l’avversario come uno scimpanzé intento a cogitazioni profonde quasi kantiane, altri che gonfiano la pappagorgia, quasi che le meningi vi si fossero trasferite, forse per proteggersi meglio la gola esposta a rischi tipici del segretario di partito. Ma i più pericolostasono quelli piccoli, perché, in genere, fanno i presidenti di qualcosa. Ce n’è uno che, continuando la sua funzione di magistrato, dà e toglie la parola, come fosse la libertà (non si sentenzia forse con un : “Le è concessa la parola”?), un altro manovra uno yacht in alto mare come fosse una barchetta di carta, forse perché indossa scarpe in pelle di lupo della Sila e per i baffi sottili assomiglia a una lince della Maiella; un altro ancora, paffutello e baffutello, è più umanoide e assomiglia al marchio di una mokacaffettiera. Decisamente Disney, seguendo Darwin, è andato troppo avanti. Doveva disegnare uomini vestiti da animali e sarebbe stato più vero. Viviamo in un’epoca in cui anche le teorie più sballate possono avere almeno un quarto d’ora di credibilità e di celebrità. Perché non dovrebbe averne quella della involuzione? Darwin non è d’accordo? I suoi avversari nemmeno? Meglio! Perché una teoria abbia successo deve essere innanzi tutto “contro”. E poi… chi ci garantisce che nell’arca di Noè, con tutta quella promiscuità, non sia avvenuta qualche confusione negli approcci, che renderebbe plausibile la teoria dell’involuzione? Tutto è possibile… anche senza provetta, né inseminazione artificiale. Inoltre: errare animale est. (Avvertimento per la privacy (1) . Ogni riferimento a politici viventi è puramente casuale. Ciò non impedisce al libero dialogante di sbizzarrirsi a trovare identità). nota n. 1: Gli italiani, che con snobismo fanno largo uso delle espressioni con cui i sassoni d’Oltremanica tentano di dialogare, ignorano che la parola privacy, oltre che “privatezza”, significa anche “solitudine”. Ne consegue che “Authority della privacy” può anche tradursi con “Autorità della solitudine”, significato non del tutto improprio, se si pensa al seguito che questa “istituzione” ha in larga parte del Belpaese.