De Rege: Vieni avanti…senatore

 

Il putiferio, non ancora sopito, sulla riforma del Senato, che, invece di essere abolito, è stato trasformato in uno dei tanti enti inutili e surrettiziamente costosi, era stato indirettamente previsto e criticato dal romanziere Tomasi di Lampedusa, che nel Gattopardo, fa dire al Principe di Salina, renitente al laticlavio: «Per di più, come lei non ha potuto fare a meno di accorgersi, sono privo di illusioni; e che cosa se ne farebbe il Senato di me, di un legislatore inesperto cui manca la facoltà di ingannare sé stesso, questo requisito essenziale per chi voglia guidare gli altri? Noi della nostra generazione dobbiamo ritirarci in un cantuccio e stare a guardare i capitomboli e le capriole dei giovani attorno a quest’ornatissimo catafalco».

La lezione non è stata raccolta e “i capitomboli e le capriole dei giovani attorno a quest’ornatissimo catafalco” sono rimasti senza applausi nel circo equestre e senza oranti alla messa funebre; ma, il catafalco (pardon: il circo) è salvo in nome non si sa di chi!

Orazio ha scritto in “Epistole” 1,1,52-54): «L’argento è più vile dell’oro, l’oro delle virtù». Ora la virtù è defunta, quindi, non c’è più nemmeno il termine di paragone.