S’avvolse nel retorico tricolore, qual toga senatoria, ma avendo cura che il verde finisse sotto, il bianco dietro, il rosso davanti e a tutto campo.

L’Inno di Mameli era ormai fuori moda, perché gli esigenti musicologi lo ritenevano una marcetta banale e le parole ridicole. Gli preferivano “Bandiera rossa” sull’aria dell’Inno dissacrato; tanto le note non sono parole e sono queste che contano.

La vecchia cara città di O sole mio non finirà mai di stupirci, perché, come un abile trasformista dopo un intervento di chirurgia plastica a spese dello stato, si rinnova ogni giorno, anche avesse novant’anni. Lo dice anche il nome: Nea-polis la città nuova. Se son Rosy, (s)fioriranno. Viva l’Italia! Viva i suoi cittadini napolitani! Viva San Giorgio… senza dimenticare che prima viene San Gennaro!