La libertà di Adamo
L’evoluzionismo più spinto porta al materialismo, perché sostiene che la materia sia nata da una combinazione iniziale di idrogeno-elio, per cui l’uomo, in quanto materia, sia un mero incidente nella storia dell’universo, anzi un accidente, che esclude ogni previa volontà creatrice e ogni responsabilità e libertà della creatura: una specie di caso, di probabilità. Alla fine questo tipo di evoluzionismo riduce l’uomo a una somma di atomi. Non basta andare alle Galapagos in compagnia di Darwin per costruire una teoria generale e assoluta con conseguente affermazione che, se da una proteina ne viene una “mutata”, varrebbe anche l’affermazione che l’uomo si è creato da se stesso, cadendo in contraddizione, perché nella storia si sa che l’uomo può distruggersi, ma non auto crearsi, non trascurando la legge di Lavoisier che nulla si crea e nulla si distrugge ma si trasforma. Sembra un gioco “a dadi” tra particelle. Che evoluzionismo ci sia è innegabile, perché è nello stesso dinamismo del divenire della natura, ma bisogna osservare anche i limiti delle possibilità, da cui deriva anche il probabilismo della meccanica quantistica e la probabilità del non accadere. Sta di fatto che l’evoluzione è evidente all’interno della species, ma assai meno del genus.
Di contro, il creazionismo deducibile dalla interpretazione meramente letterale della Genesi sarebbe altrettanto dilettantesco, perché la Bibbia è, almeno sul punto, una metafora. Dio creò tutto eccetto l’uomo con semplici fiat, ma al sesto giorno, quando fu la volta dell’uomo, si impegnò in una attività manuale.
Si legge nella Genesi, ( 2,7 )
«…allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente». È di immediata evidenza che si tratta di una metafora, perché Dio non aveva bisogno di fare lo scultore e il profeta Mosè, autore di quel libro, voleva scrivere una verità ben più profonda e significativa, che esigeva il sesto giorno o una sesta era non è importante. Importante è considerare che il Pinocchio di terra diventasse immediatamente uomo con un soffio divino. Ma com’era questo uomo? Nella risposta a questa domanda è racchiusa e dischiusa una profonda verità, che, poi, è ciò che conta: Dio, assoluta libertà, fece l’uomo dotato di logos e libero, se no sarebbe stato incoerente con la volontà di creare quell’essere “a nostra immagine e somiglianza” ab origine, quindi da subito responsabile delle proprie azioni e delle proprie scelte di compiere il bene (adorazione del Dio Creatore) e di soccombere al male (peccato originale). Diversamente, la soccombenza alla tentazione luciferina non sarebbe potuta essere considerata una colpa agli occhi della indiscutibile giustizia divina e l’uomo sarebbe rimasto un irresponsabile bambolotto di creta, un Pinocchio prima della trasformazione in uomo. Non era questa l’intenzione del Creatore, bensì quella di creare una “persona” non una “maschera”, ma l’essere che sta dietro la maschera e ciò spiega anche il passo biblico successivo, quando l’uomo colpevole cerca di nascondersi dietro la maschera e Dio lo smaschera, portando a evidenza la colpa, la giustizia, la pena, la redenzione, cioè l’intero processo penale, a cui umanamente è soggetto l’uomo dotato di logos, invece mandando assolto il demente, irresponsabile delle proprie azioni. La giustizia umana, nel suo procedere, è riflesso di quel primo processo, a cui ha dovuto soggiacere Adamo.
Tutto questo non è pensabile nell’evoluzionismo estremista, che, se fosse coerente fino in fondo con le sue premesse, non dovrebbe nemmeno ipotizzare l’esistenza di un processo penale, di cui il comunismo, specie di stampo sovietico, ha fatto ampio abuso. Ma quanti giudici si pongono questi problemi logici? Sanno che la giustizia non si amministra perché si è vinto un concorso più o meno fasullo, ma perché c’è costante consapevolezza di quell’origine divina della giustizia? Con il che non si vuol sostenere che un giudice debba essere un credente in un Dio biblico o cristiano, ma che la sua funzione ha un’origine che rifiuta il materialismo evoluzionista; né che il giudice debba essere un superuomo, ma semplicemente un uomo consapevole.
Dio non è Geppetto e Adamo, in ebraico Adam, cioè “uomo”, non è Pinocchio, anche se quando, purtroppo spesso, si comporta come un pinocchietto.
Adam’s freedom
The most advanced evolutionism leads to materialism, because it argues that matter originated from an initial combination of hydrogen-helium, so man is a mere incident in the history of the universe, indeed an accident that excludes any prior creative will and every responsibility and freedom of the creature: a kind of case, of probability. Finally, this type of evolutionism reduces man to a sum of atoms. It is not enough to go to the Galapagos with Darwin to build a general and absolute theory with the consequent affirmation that if from a protein comes on more evolved, it would also depend on the assertion that man was created by himself, falling into a contradiction, because in the story it is known that man can destroy himself, but not self-created. not ignoring Lavoisier’s law that nothing is created and nothing is destroyed but transformed. It is undeniable that there is an evolution, because it is in the same dynamism of nature’s becoming, but it is also necessary to observe the limits of possibilities, which also results the probability of quantum mechanics and the probability of not happening. It is a fact that evolution is evident within the species, but much less than the genus.
On the other hand, the creationism deduced from the merely literal interpretation of Genesis would be equally amateurish, because the Bible is, at least about the point, a metaphor. God created everything, except the man, by simple fiat, but on the sixth day, when it was the turn of man, He engaged in a manual activity.
It is read in Genesis, (2,7)
“…then the LORD God formed the man of dust from the ground and breathed into his nostrils the breath of life, and the man became a living creature”.
It is immediately evident that this is a metaphor, because God did not need to make the sculptor, and the prophet Moses, author of the Genesis, wanted to write a much deeper and meaningful truth that required the sixth day or a sixth era it is not important. It is important to consider that the Pinocchio of the mud immediately became a man by a divine breath. But how was this man? In the answer to this question is enclosed and revealed a profound truth, which then is what counts: God, absolute freedom, made the man fitted with logos and free, if not, He would be inconsistent with the will to create that being “… in his image, in the image of God he made him…” since origin immediately responsible for his actions and choices of doing good (adoration of the Creator God) and succumbing to evil (original sin). Otherwise, the resignation of Luciferian temptation could not have been considered a fault for the unquestionable divine justice and man would remain an irresponsible clay doll, a Pinocchio before transformation in man. This was not the intention of the Creator, but to create a “person” not a “mask” but the “being” behind the mask and this also explains the next biblical step when the guilty man tries to hide behind the mask and God reveal him, revealing the guilt, the justice, the punishment, the redemption, that is, the whole criminal trial, to which man with logos is humanly gifted, instead of giving away the demented, irresponsible of his own actions. Human justice, in its proceeding, is reflected in that first process, to which Adam had to undergo.
All this is not conceivable in extremist evolutionism, which, if it were consistent to the bottom of its premises, should not even suppose the existence of a criminal trial. But how many judges put themselves in these logical problems? Do they know that justice is not being administered because they won a contest more or less fake, but because there is constant awareness of that divine origin of justice? With which one does not want to argue that a judge must be a believer in a biblical or Christian God, but that his function has a source that refuses evolutionary materialism; nor that the judge should be a superman, but simply a conscious man.
God is not Geppetto and Adam, who in Hebrew language Adam is “man”, is not Pinocchio, though when, unfortunately often, he behaves like a puppet.
(Translation by Giulia Bonazza)
