Piazza: attento a dove metti i piedi

Piazza viene dal latino platea, che vuol dire spazio aperto. Nella storia è servita a tutto: bruciare, impiccare, ghigliottinare gli avversari, gli eretici o semplicemente quelli che si permettevano il coraggio di pensarla in modo diverso. Si facevano e si fanno le fiere di tutti i santi del calendario e rivolte e barricate e comizi politici. A Firenze, che regalò al mondo il vertice dell’urbanistica e dell’architettura, ma senza teatri e arene  a differenza della Roma del Cesari, ci giocavano a palla. Ma non bisogna dirlo ad alta voce, se no gli inglesi, che ritengono di aver inventato tutto il superfluo, si offendono. Sorry!

Oggi le cose sono cambiate: le piazze servono per parcheggiare le automobili e accogliere i bisogni dei cani, al guinzaglio di vecchietti senza paletta, mentre un ectoplasma di pizzardone ha sublimi reminiscenze dantesche: “non ti curar di lor, ma guarda e passa”.

Questo sì che è progresso.