Ma, secondo Lei, il tempo è dialettico?
– Dovrebbe esserlo, perché ammette il suo contrario, che può essere il nulla, il non-tempo, per chi non crede o l’eternità, per il credente.
Ma, se è dialettico, il tempo non può essere né circolare, come ritenevano gli antichi, né lineare, come pensano i cristiani.
– Infatti. Circolarità e linearità sono derivazioni della stessa premessa, cioè, che il tempo sia scansione rapportata al moto degli astri e tradotta in un aggeggio meccanico, che chiamiamo orologio. L’orologio è solo un misuratore, che misura la linearità irreversibile, ma anche la circolarità, come ben si comprende, non tanto dal fatto che la forma è un cerchio, ma perché l’orologio è la perfetta circolarità.
Ma, allora, in che consiste la dialettica del tempo?
– Nel suo essere nello stesso tempo (scusi il bisticcio) amnesi e anamnesi.
Cioè?
– Amnesi, perché dimenticare il passato trascina l’annullamento del futuro e rende inesistente il presente. Dimenticare vuol dire seppellire per sempre la rimembranza dei propri morti e dimenticare noi stessi; vuol dire passare con una livellatrice sui cimiteri e abolire i Penati e Dio stesso, così cancellando il tempo, ma anche rifondarlo senza radici, una palingenesi sterile. Il tempo diventa un grattacielo senza fondamenta. Ma anche l’anamnesi è tempo, perché il ricordo crea un ponte tra passato e futuro, confondendoli, così cancellando la scansione del tempo.
Ma, allora, il tempo che cos’è?
– È un mostro: nulla e tutto, memoria e dimenticanza, una dialettica in sé. Ma gli idealisti, da Kant in poi, direbbero “in noi” e qui sta l’enigma, l’ineffabile, l’inafferrabile senso del tempo.
Lei dice: mostro e condivido. Ma bisogna risalire al significato originario della parola, al monstrum dei latini, che collegava l’apparire del fenomeno a una manifestazione di volontà degli dei, quindi a un significato religioso. E se così era, ha senso vedere in Cristo la personificazione stessa del tempo nella sua doppia essenza. La vita terrena di Cristo, la sua natura umana, è il tempo; ma la sua natura divina è il non-tempo, il fuori dal tempo, è l’eternità.
– Sì, forse questo collegamento spiega anche la teoria che con Cristo nasce la storia, come svolgimento diacronico di eventi. Solo se non c’è circolarità, né ritorno, si può pensare il non-tempo e, quindi, la dialettica insita nel tempo.
Pietro Bonazza