Gli scienziati ci hanno spiegato che la pazzia della mucca è causata da una alterazione proteica, a sua volta causata dall’alimentazione con farine di carne in sostituzione dei vegetali, che madre natura ha destinato al bovino, provvedendolo di quattro stomaci, per digerire la cellulosa e per la gioia dei buongustai della trippa. Così la mucca diventa cannibale involontaria e, non sopportando tanta disinvoltura del mandriano, finisce per “impazzire”. Seppur in termini piuttosto grossolani e metaforici, pare che questa spiegazione del fenomeno sia corretta. A parte il fatto che Darwin sembra restarci un po’ male, a meno di tirar fuori la teoria che occorrono migliaia d’anni perché l’evoluzione abbia il sopravvento, si deve considerare che anche il fenomeno contrario potrebbe avere i suoi inconvenienti. Prendiamo l’uomo. Dicono i darwiniani che si sia irreversibilmente differenziato dalle scimmie perché un giorno decise di scendere dagli alberi e alimentarsi di proteine animali, cioè di mangiare bistecche al sangue, ancora non disponendo del forno a micro-onde. L’uomo è diventato il più onnivoro degli esseri viventi, ma soprattutto è rimasto carnivoro. Provate ad allevarlo a fieno, come scelgono certe miss con la fobia della linea e vedrete che un numero di casi non inferiore a quelli di “mucca pazza” cadrà in preda ad “anoressia”, che è una forma di pazzia. Fin qui siamo nella diagnostica. Il difficile viene con la profilassi, soprattutto se si ritiene di far ricorso al sillogismo. Se curare la pazzia delle mucche è grave ma relativamente facile (basta convincere le vacche a diventare anoressiche), chi riuscirebbe mai a convincere le miss a diventare… ?