Mi piacerebbe fare la statistica di quanti benintenzionati del popolo di Seattle, smessa la tuta bianca da “prima comunione”, entrano abitualmente in uno di quei capannoni della manducazione contrassegnati con una “M” di forma quasi mussoliniana a farsi un bigMac. Perché io sono convinto che non vivono mangiando le carote, a meno che mi si dimostri – e forse è più facile di quanto non pensi – che vivano di “bastone e carota”, ove il bastone è però maneggiato da chi li comanda. Ma è la mia solita e incorreggibile cattiveria: in realtà essi rifiutano carne e mangiano solo radicchio biologico. Ma lo sanno o no che per fare una rivoluzione ci vogliono almeno due mila calorie pro capite al giorno? E dove le prendono? Dal radicchio trevigiano? Non basta che sia rosso per essere ipercalorico! No, loro si beccano (nel senso che essendo polli…) bistecche provenienti da mucche, che hanno mangiato solo erbetta spontanea, l’hanno digerita stravaccate all’ombra di querce secolari come in un paesaggio di Arcadia e non hanno conosciuta l’onta della macelleria, perché l’allevatore, in tuta bianca, dopo averle accudite, coccolate, cresciute le ha pregate di suicidarsi e, dopo ovviamente, di farsi a pezzi secondo tagli selezionati (per favore! Non confondiamo il magatello con il filetto) e porsi direttamente a disposizione del consumatore animalista, evitando le catene di distribuzione, che affamano solo il popolo dei golosi. L’umanità ha un grande avvenire… le mucche anche! selezionati