La stampa è un rebus difficile da sciogliere, almeno stando ai titoli. Il “Il Sole-24 ORE” del 15 luglio apre la prima pagina con un titolo euforico: “Produzione, la ripresa innesta il turbo (+6,7%)”. Il giorno prima “il Giornale” (ma lo stesso “Sole” a pag. 11), apre la pagina economica con “Il made in Italy batte in ritirata. Impietosa fotografia dell’Ice: perdiamo quote di mercato ovunque”. Anche con tutta la miglior volontà di capire, un qualche dubbio sulla coerenza viene. Allora un lettore pensa: “ilGiornale” è di destra e sparge allarmismi pilotati per far piacere al Berlusconi e, di seguito, la dialettica suggerisce: vuol dire che “Il Sole-24 ORE” è di sinistra; ma, ammesso sia vera, sarebbe conclusione troppo semplicistica. Invece, può darsi che entrambi dicano la verità, o meglio dicano due verità diverse. Il radioso (se no che cavolo di “sole” sarebbe!) foglio confindustriale si riferisce alla produzione reale contingente, mentre il rapporto dell’Ice (l’ente pubblico “Istituto per il Commercio Estero” inquadrato nel Ministero del commercio con l’estero) si riferisce all’andamento strutturale del nostro export e sviluppa un’indagine su un arco temporale di medio-lungo periodo. Ora, noi sappiamo che in Italia l’andamento della domanda interna è piuttosto fiacco e che la produzione industriale che non viene assorbita all’interno è de residuo destinata all’export. La contraddizione può essere spiegata solo sull’arco temporale diverso. Però, a parte la ricerca del sensazionale (si sa che i giornali italiani non sono stile “Time”) quella parola “turbo” è a dir poco eccessiva, come dimostra il fatto che il Mibtel dello stesso giorno ha perso lo 0,15. Se la Borsa non guadagna quando un dato di produzione industriale “innesta il turbo”, quando lo fa? Quando muore Cuccia? Quando cade il governo?Espongo uno schizzo di opinione: se la perdita di quote di mercato all’estero è strutturale, come dice l’Ice, e in un mese si ha un turbo, in realtà si tratta di “turbolenza”, cioè di “fiammata”. Se è così vuol dire che siamo in piena inflazione. Speriamo di no. Nessuno è tanto masochista da augurarsi che abbiano ragione i pessimisti, anche perché l’economia, diversamente dalla finanza, vive di razionalità, che rifiuta gli “ismi”. Comunque sia, le turbolenze fanno male all’economia.Un’idea improvvisa, proprio come uno schizzo, mi passa per la testa. “Il Sole-24 ORE” è un giornale che macina utili a non finire, è una “corazzata”, come dicono i direttori di giornali. Invece l’”Unità”, la testata di sinistra, è rimasta schiacciata dalla sua gloria che, come ben sanno gli eroi, non ti procura nemmeno la minestra del convento. Perché non fondere le due testate? Non sarebbe la prima fusione nella storia del foglio confindustriale, come si evince dal suo titolo e poi risulterebbe geometricamente meno sbilanciato di oggi: “il Sole” a sinistra, “24 ORE” nel mezzo, “l’Unità” a destra. È un prezzo che si può pagare, che dovrebbero pagare. E così finirebbero tutti felici e contenti… come nelle favole. Sarà anche uno schizzo, ma che ci fa uno come Uckmar nel collegio dei liquidatori del giornale di Gramsci?