Le nuove idee sono il vero capitale
Talvolta penso che la questione: capitalismo sì e capitalismo no sia un falso problema, almeno nella situazione attuale, ma forse anche in tutti i tempi, perché il progresso tecnologico, sempre in atto seppur con diversa velocità, attira necessità di investimento, le cui risorse transitano o no dal sistema bancario.
Per semplicità riferiamoci alla rivoluzione industriale di fine ‘700. I regimi politici dell’epoca non erano certo democratici, almeno a paragone di quelli attuali, talvolta caduti persino in degenerazione, eppure il bisogno di capitali trovava risposta da parte di chi era in grado di consumare meno del proprio reddito. Si poteva affermare che l’economia era basata prevalentemente sul risparmio, a prescindere dalla provenienza, che è questione sociale. Ma la produzione ha un senso se l’output trova risposta nel consumo. Sicché, tra pause di diversa durata, che sono poi l’espressione dei cicli economici, a una economia del risparmio è succeduta l’attuale economia del consumo. Ne sa qualcosa l’Europa, caduta nella morsa della recessione, da cui i responsabili della politica economica ritengono di uscire stimolando il consumo e proponendo, spesso solo a parole, riforme strutturali della dinamica politica di ogni singolo paese. Spesso questa soluzione, pur nella sua necessità, è troppo semplificatrice. La realtà è più complessa, perché consumo-investimento-risparmio non è una sequenza, ma un circuito a spirale di causa-effetto. E nemmeno questa constatazione basta: sono necessari nuovi impulsi che solo l’uomo può dare, cioè nuove idee. In sintesi: finché ci sarà qualcuno che si inventa la luna nel pozzo, la luna entrerà nel pozzo.
Il capitalismo è altra cosa.
New ideas are the real capital
Sometimes I think the question: yes capitalism and not capitalism is a false problem, at least in the current situation, but perhaps in all times, because the technological progress, always in place albeit with different speeds, attracts investment needs, whose resources passing or not by the banking system.
For simplicity, let us refer to the industrial revolution of the late ‘700. The political systems of the time were not democratic, at least in comparison with the current ones, sometimes even fallen into degeneracy, yet the need for capital was answered by those who were able to consume less of their income. You could say that the economy was based mainly on savings, regardless of origin, which is the social question. But production has meaning if the output is in the consumer response. Thus, between pauses of different length, which are then the expression of economic cycles, to an economy of the saving is succeeded the current economy consumption. Knows something about Europe, fallen in the grip of recession, from which policymakers believe exiting stimulating consumption and proposing, often only in words, structural reforms of the political dynamics of each country. Often this solution, despite its need, is too simplistic.
The reality is more complex, because consumption-investment-savings is not a sequence, but a circuit spiral of cause and effect. And even that is not sufficient: we need new impulses that only man can give, that is, new ideas. In summary: as long as there will be someone who invents the moon in the well, the moon will enter the well.
Capitalism is something else.
(Translation by Giulia Bonazza)
