Rotondità (Roundness)

 

La cultura umana è la storia della ricerca di un principio generatore e ordinatore del caos.

Teorie, teoremi, sistemi, filosofie, filosofemi, hanno cercato di fissare una formula che fosse una definizione centrale, universale, nucleare, relativista o quantistica valida per ogni campo fisico e metafisico.

Del tutto, del caos, manca la conoscenza dell’essenza, ma non della forma, che è la rotondità.

La rotondità è la forma perfetta; tutto ciò che conosciamo è tondo, per strati concentrici.

L’universo è rotondo. Da incompetente e i cosmologi mi perdonino, la teoria della espansione dell’universo mi sembra espressione di rotondità: direi, per necessità gravitazionale.

Il progresso scientifico è la discesa a un anello inferiore o la scalata a uno superiore.

Il progresso, anche individuale, è una fuga verso orbite allargate, fino alla fascia della morte. Ma anch’essa non è l’ultima. Oltre, ancora qualcosa. La scoperta è antica e si chiama aldilà. Anch’esso è rotondo.

La rotondità è inizio e fine, è l’opposto di spigolosità. Lo spigolo segna un cambiamento di rotta. La rotondità è eternità. Gli astri, compresi la Terra, il Sole e l’universo sono tondi.

Fra i tanti possibili, isoliamo tre richiami:

  • Parmenide: il venerando terribile filosofo, nel suo poema afferma che la “verità è rotonda”;
  • Dante Alighieri incentra tutta l’architettura della Divina Commedia sulla rotondità di cerchi e cieli fino al punto finale in cui è visibile la luce di Dio e il punto è necessariamente una circolarità, cioè una rotondità;
  • la teoria del Big Bang, a cui si fa risalire il momento iniziale dell’universo, si spiega con un punto che esplode in condizioni di estrema curvatura; ma la curvatura è pensabile solo per la circolarità del punto necessariamente rotondo.