Si fa colpa a Berlusconi di aver cooptato nel governo e prima ancora a Montecitorio (per il Senato sarebbe stato necessario chiedere l’età e questo sarebbe stato irriguardoso verso il sesso femminile) ragazze di vivace bellezza, prima ancora che di brillante intelligenza e consolidato equilibrio psicologico. Ma è felix culpa per gli occhi e non certo discriminatorio verso maschi, che, carenti nella seconda qualità, non hanno certo nemmeno la prima.

Ora, a parità di livello intellettivo e di deserto cerebrale, Berlusconi, che, pure aveva due matrimoni falliti sulle spalle, aveva dimenticato l’aspetto uterino dell’intera faccenda e ciò spiega le sortite della ducesca Mussolini, della calendarizzata Carfagna, della ambientalista Prestigiacomo, che hanno esternato, come nemmeno maschi volgari riescono, le loro diatribe, insoddisfazioni e isteriche aspettative.

Soprattutto il Berlusconi, acquirente di Palazzo Grazioli, ma non di Palazzo Chigi, perché invendibile, ha dimostrato di non conoscere una delle opere teatrali più famose di Aristofane, “Le donne a parlamento“, dove tutto è già scritto da quasi venticinque secoli.

Le pari opportunità hanno il loro prezzo e non è detto che le ben più sagge e concrete casalinghe elettrici condividano le manifestazioni delle loro rappresentanti, che stanno in alto, ma imitano, fino all’immedesimazione, le pescivendole di Porta Nolana nella monda Napoli.