Si perseguita, da parte di giudici più incorruttibili di Robespierre (attenti a non fare la stessa fine!), chi compra parlamentari per ottenere maggioranze governative. Un po’ meno, chi si fa comprare e trattare come merce, il che è giusto perché di merce si tratta. Nessun commento: i mercati delle vacche non mi interessano. Però, se è fenomeno così criminoso e si vuole stroncare con ogni mezzo questo mercimonio, io un’idea l’avrei: immediatamente dopo le elezioni (ma forse sarebbe meglio prima, al momento di formazione delle liste) sottoporre tutti gli eletti o gli aspiranti alla seggiola parlamentare a una marchiatura a fuoco come si fa con le vacche del Texas, vista la transumanza da un pascolo all’altro, e il marchio varierebbe secondo i partiti. L’idea non è nuova: si legga nei “Tre moschettieri” di Dumas padre come fu marchiata col segno del giglio Milady, la moglie di Athos, ma anche la Lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne.