Il rapporto corpo-spirito: attualità di Schopenhauer

Il mondo occidentale, soprattutto l’Europa, pone con insistenza la ricerca di spiegazioni del processo di secolarizzazione, che ha portato al superamento, se non all’abbandono,  delle tradizioni radicate nella cultura cristiana.

L’analisi si concentra principalmente sulla ricerca delle cause di un cambiamento, che per molti sembra coincidere con la fine della seconda guerra mondiale, che vide la sconfitta dell’intera Europa e del Giappone e la vittoria degli Stati Uniti, cui ha fatto seguito l’affermazione di un modello di vita improntato a un ribaltamento dei valori tradizionali di matrice europea, che pure erano alla base della vita americana e continuano a esserlo tuttora, soprattutto negli strati intellettuali. Il dominio della cosiddetta civiltà americana è l’effetto di almeno due cause: a) la cosiddetta via del more and more e b) il dilagare dell’informatica applicata a ogni aspetto della vita e in particolare alle telecomunicazioni, che hanno reso il mondo più piccolo, ma anche più vulnerabile. Il mondo dell’informatica si è rivelato così potente da oscurare persino il paese che l’ha generato, provocando un appiattimento globale che rientra nel più vasto fenomeno della globalizzazione. Cioè non esiste più una civiltà americana, ma una mondializzazione in ogni aspetto della vita, che ha ridotto la Terra a villaggio, in cui ognuno conosce in tempo reale quel che accade in ogni angolo del mondo, reso un’unica grande vetrina, con l’introduzione di tutte le applicazioni dello strumento Internet.

Questo fenomeno di evoluzione storica è facilmente constatabile da chiunque, meno evidente è, invece, la ricaduta sul piano morale, che ha reso l’uomo, come travolto da un crescente materialismo, meno sensibile all’aspetto religioso della vita, seppur non manchino manifestazioni, non solo esteriori, del mondo del sacro, che vive, o meglio sopravvive, sia per esigenza diretta, autonoma e istintiva dello spirito sia per reazione al dilagante materialismo. Ed è a questo punto che si manifesta la connotazione fondamentale del tempo attuale: il rapporto tra spirito e corpo. Questo rapporto può essere positivo quando è equilibrato, anzi integrato, poiché si tratta di una coppia, che dovrebbe sfociare in un’unità, quando i due componenti della coppia sono equivalenti, invece con effetti negativi quando esiste una prevaricazione dell’uno sull’altro.

Ora, si può constatare che con l’avvento di stili di vita globalizzati e di ideologie,  che hanno esaltato fitness e wellness, il corpo ha preso un netto sopravvento sullo spirito, per cui il mondo si è materializzato, relegando ciò che resta dello spirito del sacro, in un relativismo per cui tutto va bene, purché soddisfi esigenze molto personali, contro ogni autoritarismo di tradizione storica, contro ogni chiesa, sostituita da una chiesa molto personalizzata, cioè una non-chiesa, ciò che, se da un lato ha liberato l’uomo da assolutismi vecchio stile, dall’altro ha finito per accantonare, se non negare, l’uniformità del pensiero alla base di ogni religione tradizionale. In sintesi, ha oscurato il significato della parola chiesa, che etimologicamente significa comunità, assemblea. È paradossale, almeno per la chiesa cattolica, che il Concilio Vaticano II, che ha esaltato il senso comunitario della liturgia e della religione tradizionale, come era risultata dopo il concilio tridentino del XVI secolo, abbia concluso in alcuni punti con risultati deludenti e contraddittori, contro le intenzioni dei padri conciliari e ciò non per inadeguatezza, ma perché il materialismo si è rivelato più forte.

A questo punto il pensiero non può non andare a Schopenhauer, la cui teoria filosofica si regge sul fondamento del corpo come constatazione sensoriale che accende e determina la volontà di sopravvivenza. Nel filosofo tedesco l’asse corpo-volontà diventa una cosa sola ed è questa unità che consente la continuità delle specie. La volontà diventa poi una essenza diversa nell’uomo che è dotato di ragione e capace di meraviglia. Ma la meraviglia diventa causa di noia e dolore: stati dolorosi che solo l’arte, la pietà e l’ascesi possono contrastare. Ed è proprio questa caratteristica, questa specialità che consente all’uomo di andare oltre e di rivestire le sue scelte, che sono scelte di libertà. Schopenhauer non è un materialista, anzi è un moralista sui generis, che ha cercato di spiegare il rapporto di causalità applicato alla natura dell’uomo, che, senza la volontà razionale, attivata dal corpo come strumento sensoriale, non spiegherebbe nemmeno il processo evolutivo dell’uomo. Qui si può notare, con profondo rammarico, la ricaduta negativa sulla sessualità della coppia uomo-donna, che pur nella materialità naturale, trovava equilibrio nell’amore non istintuale, il che avviene in tutte le creature, ma per la presenza dello spirito volto a nobilitare il corpo, la cui prevaricazione ha comportato uno squilibrio che è all’origine della banalizzazione dell’importanza della famiglia come nucleo fondamentale della società umana.

È facile notare come il pensiero di Schopenhauer sia l’opposto dell’attuale mercimonio dilagante del corpo, che si traduce nello slogan sessantottino: “il corpo e mio e ne faccio ciò che voglio”, da cui sono derivate tutte le aberrazioni che lo strumento di Internet diffonde in ogni angolo del mondo, creando una generalizzazione, che diventa moda permanente. La prostituzione, si sa, è il mestiere più vecchio del mondo, ma la prostituta non cerca di giustificarsi, mentre le escort dello schermo, della carta stampata, pensano di spiegare il loro esibizionismo dietro il paravento dell’estetica. La bellezza è altra cosa, comunque non è solo corpo, è equilibrio corpo-spirito: rapporto che si è infranto ed è naufragato sulla riva del nichilismo.